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Ultimo lavoro di Pennacchi che chiude la saga dei Peruzzi. Forse è il suo libro più sofferto, perché diceva che doveva completare il racconto di questa famiglia prima di morire. Purtroppo così è stato. Chi ha apprezzato la sua scrittura genuina ed il carattere burbero che lo distingueva, non si farà mancare questa "pennacchiana" lettura. A parer mio è il suo miglior lavoro.
Questa volta sono rimasto deluso. Un romanzo con racconti di famiglia ripetitivi, mescolati a scene di storia contemporanea, ma sempre inerente alla città di Latina ed alle ex paludi Pontine. Troppo lunghe le descrizioni di paesaggi e di città, di luoghi sconosciuti e di città fondate in epoca fascista. Io che ho letto quasi tutti i romanzi di Antonio Pennacchi devo dire che questo non mi è piaciuto.
Ho amato questo romanzo come gli altri due della saga dei Peruzzi. Ci ho ritrovato lo stesso stile, la stessa originalità, la stessa saggezza, Grandissimo Pennacchi!
Bello, come sa essere bello ogni libro di Antonio Pennacchi. Qui ritornano i personaggi incontrati nei due Canali Mussolini, e poi anche ne Il Fasciocomunista. La scrittura e' coinvolgente. I personaggi perfetti. Le vicende si intrecciano con lo sviluppo di Latina, uscita dalla seconda guerra mondiale. Magnifico.