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Storie del Necronomicon è un’antologia di racconti horror/weird/pulp, scritta da Max Gobbo e pubblicata da Tabula Fati, che attinge a piene mani dai Miti di Cthulhu di H.P. Lovecraft e dalla saga di Conan di Robert E. Howard; insieme ad alcuni elementi di humor nero. L’Autore, con grande maestria, collega le storie l’una all’altra senza soluzione di continuità e ci narra del ritrovamento del Necromicon, da parte degli studiosi della Miskatonic University nel 2013 e di quanto ne consegue. Nel fare ciò, Max Gobbo fonde abilmente fatti realmente accaduti (come la tragica morte di Robert E. Howard) ad elementi di pura fiction, amplificando in tal modo nel lettore le sensazioni di orrore, suspance e sgomento. Questo non deve indurci a pensare che qui vi è spazio solamente per le terrificanti atmosfere lovecraftiane. Al contrario, abbiamo anche azione, combattimenti e audacia, dato che vi sono alcune storie improntate sullo sword and sorcery che hanno ad oggetto le avventure di Kmer, un razziatore che vive nell’Impero sasanide dell’VIII secolo d.C., il quale si trova ad affrontare un mefistotelico stregone. In puro stile pulp, numerosi personaggi prendono parte alle vicende, senza che nessuno diventi veramente protagonista e tra essi vi è anche Robert E. Howard, Abdul Alhazred e lo stesso Autore. Lo stile è ricercato ma privo di fronzoli e i dialoghi sono ben costruiti. Alla luce di quanto illustrato dianzi, si può asserire a buon diritto che, in Storie del Necronomicon, Max Gobbo dimostra di essere uno scrittore maturo e un degno successore della tradizione lovecraftiana e di quella howardiana.
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