Le storie che ci raccontiamo è il settimo album in studio dei Perturbazione, registrato in Inghilterra, tra il Tilehouse Studio di Mike Oldfield e il Toomi Labs di Tommaso Colliva.
Colliva è stato il produttore negli ultimi anni di alcuni fra i più importanti dischi della musica italiana: Calibro 35, Afterhours, Ministri, Dente, Le Luci Della Centrale Elettrica, Ghemon e moltissimi altri. Da un po’ di anni lavora stabilmente con i Muse e si è trasferito a Londra. I Perturbazione volevano lui come produttore. Lui voleva produrre il disco. E li ha convinti ad andare a registrarlo a Londra, in trasferta. Le storie che ci raccontiamo è il primo disco registrato all’estero dalla band torinese. In piena sintonia - manco a farlo apposta - con molte delle influenze che lo caratterizzano. Musica britannica di ieri e di oggi, classica o meno, a cavallo tra pop, elettronica e rock. Le storie che ci raccontiamo contiene dieci pezzi inediti che oscillano fra mondi lontanissimi, ma quasi sempre di matrice inglese: Pet Shop Boys, XX, Everything But The Girl, Blur, New Order, Smiths, Pulp, Elbow. Il settimo album dei Perturbazione è anche il primo a essere stato pensato, scritto, arrangiato e registrato nella nuova formazione, un quartetto: Tommaso Cerasuolo (voce), Alex Baracco (basso) e i fratelli Cristiano (chitarre, programmazione) e Rossano Lo Mele (batteria).
Come spesso accade con i Perturbazione, anche stavolta alcuni ospiti impreziosiscono l’album. Si tratta anzi tutto di alcune voci che duettano con Tommaso: quella soul-rap di Ghemon (Everest) e quella calda di Andrea Mirò (Cara rubrica del cuore). Poi c’è la voce narrante di Emma Tricca nel brano che intitola il disco. Senza dimenticare i contributi al pianoforte di Massimo Martellotta (dei Calibro 35).
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