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scheda di Rocca, D. L'Indice del 2000, n. 04
Il percorso dalla critica del "falso antifascismo" dei partigiani comunisti al delineamento di una "lucida utopia gollista" caratterizza la raccolta di scritti e interventi di Edgardo Sogno da poco data alle stampe. Sogno vede nella guerra civile del 1943-45 una lotta per la libertà. La distinzione che va istituita affrontando la questione resistenziale non deve correre fra repubblichini e partigiani, ma fra totalitari e democratici: da una parte fascisti e comunisti, dall'altra liberali e repubblicani; i fautori dell'oppressione, rossa o nera che sia, contro i difensori della libertà. Nel dopoguerra i comunisti hanno fatto valere un credito resistenziale indelebile, un'egemonia culturale ormai pienamente conseguita e la forza ricattatoria del loro appoggio di massa con l'obiettivo, presto raggiunto, di ostacolare l'evoluzione politico-sociale del paese verso una vera democrazia liberale fondata su un coraggioso "strappo costituzionale". Un po' ovunque in Occidente il guasto prodotto dai comunisti è stato "pauroso, multiforme, incommensurabile", ma la situazione più grave si è creata in Italia. È allora necessario, dice Sogno, spianare con decisione il terreno alle forze liberal-democratiche praticando l'intolleranza verso gli intolleranti: "Il treno della democrazia italiana è deragliato nel '21 al bivio della scissione di Livorno. Il suo viaggio, permanentemente interrotto dai rottami di quel disastro, non riprenderà se non avremo definitivamente esautorato e sbarcato tutti i macchinisti e i ferrovieri di formazione marxista-leninista. E nell'attesa non parliamo di Seconda Repubblica perché fino a quando questa disinfestazione non sarà fatta senza colpevoli debolezze, saremo ancora e sempre nel pantano della Prima". Parola di liberale.
Daniele Rocca
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