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Il libro non è male, ha delle belle figure, la storia è raccontata in modo sciolto, quello che è stato scritto è sostanzialmente tutto vero, anche se vi sono delle lacune e delle mezze verità per trattare la visione della storia Torinese non da un punto di vista oggettivo, ma italiano/risorgimentale. Ad esempio cosa dire di "tentenna" ovvero Carlo Alberto, raccontato come il grande liberale che non era, in linea con la storiografia ufficiale e non secondo quella vera, cioè una persona codarda ed autoritaria, che ha concesso lo Statuto perchè pressata dei cittadini, e se non lo concedeva i Piemontesi gli e lo avrebbero imposto, e questo avrebbe significato dire addio al trono? Poi su Vittorio Emanuele II sposa la tesi che fosse stato figlio di tentenna, quando invece i fatti fanno pensare che sia proprio il figlio del macellaio? Molto semplicistica anche la visione di Radetzki che si sarebbe fermato a Novara senza occupare Torino, per non rendere triste la regina Maria Adelaide di origine Austriaca, mentre la verità era che occupare Torino voleva dire minacciare la Francia e farle dichiarare guerra all'Austria, in quanto lo stato cuscinetto non sarebbe più esistito. Ci sono molte altre lacune di questo tipo, ma ciò di cui si sente di più la necessità e vale la pena di annotare, è che nella descrizione della Torino romana e pre-romana manca un qualche disegno descrittivo della città, che mi sono dovuto andare a cercare su internet, per capire pienamente il libro. Un gran merito è aver riportato l'accusa del Duca Di Genova (il secondo genito di Carlo Alberto) a Vittorio Emanuele II per l'ordine errato dato a Ramorino, che ha fatto perdere la guerra, non si sà se questo avvenimento sia vero, ma pochissimi libri lo riportano.
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