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scheda di Vindrola, A. L'Indice del 2000, n. 01
Molto si è scritto sul teatro di Pirandello e D'Annunzio, che finiscono con il dominare, per l'importanza della loro complessiva produzione letteraria, il panorama teatrale della prima metà del Novecento. La ricostruzione storica del periodo che va dai primi del secolo alla fine del fascismo deve perciò fare luce su molte zone d'ombra, su un accumularsi di nomi, date, autori, messinscene, teatri e compagnie che si trovano a vivere il passaggio dal mestiere degli "scavalcamontagne" alla moderna organizzazione della professione che oggi conosciamo. Questa Storia del teatro italiano, che per l'appunto ha il pregio di concentrarsi su un periodo multiforme ma cronologicamente determinato, non parte da un assunto interpretativo, ma procede per accumulazione: spettacolo dopo spettacolo, autore dopo autore, rende conto di cinquant'anni di teatro dagli esiti certo non indimenticabili ma che sono l'humus su cui, anche per antitesi, si costruirà il teatro del dopoguerra. Il punto di partenza per orientarsi in questa moltitudine di nomi è il panorama storico-critico - da Silvio D'Amico a Gobetti a Gramsci - cui Luciano Bottoni dedica il capitolo introduttivo, per poi passare in rassegna il retaggio, consistente nel primissimo Novecento, del teatro ottocentesco, e quindi D'Annunzio, il teatro futurista, lo sperimentalismo di Rosso, Savinio e Bontempelli, i "successi" brillanti degli anni venti, la produzione in dialetto e infine quella del teatro di regime.
(A.V.)
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