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Anno edizione: 2011
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Birra vino superalcolici caffè tè Coca-Cola. Si tratta delle sei bevande di cui il londinese Tom Standage racconta origini vicende e successo con brillante piglio di divulgatore. Due capitoli per ogni bevanda partendo dall'antichità remota per giungere fino ai giorni nostri in un viaggio che l'autore compie stando con i piedi ben piantati in Occidente il che gli provoca – in chiusura di libro – una certa euforica vertigine ideologica: Non è la Coca-Cola che rende la gente più ricca felice o libera naturalmente ma laddove prosperano il consumismo e la democrazia l'effervescente bibita bruna non tarda ad arrivare dichiara con un entusiasmo che rischia di contraddire i capitoli precedenti nei quali spiega bene con sincero e democratico disappunto le nefandezze compiute dall'Occidente europeo per comprare in Africa gli schiavi necessari a far girare l'economia agricola delle colonie americane. Pur non volendo oscurare i meriti evidenti di questo libro nello spiegare origini storiche caratteristiche organolettiche incidenza sulle abitudini alimentari e sul gusto valore sociale e simbolico delle bevande prese in esame sembra di poter dire che su tutto spicca la lucida mise en relief della funzione "strategica" di tutte le bevande da intendere come risorse energetiche comparabili per impatto globale oggi al petrolio e in un domani imminente all'acqua. Tanto strategica questa funzione che se il rum si lega al fenomeno epocale della tratta degli schiavi il caffè (la bevanda dell'età della ragione) e i caffè i locali nati per consumarlo sono senz'altro in rapporto con la Rivoluzione francese mentre il tè (la bevanda dell'industrializzazione) negli anni settanta del Settecento a causa della politica protezionistica della corona inglese sul suo commercio – a danno dei coloni in terra americana – ebbe un ruolo non di secondo piano nello scoppio della guerra d'indipendenza e sessant'anni dopo fu alla radice della guerra dell'oppio tra inglesi e cinesi.
Silverio Novelli
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