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Fra il primo e il quinto volume, i volumi centrali ripercorrono entro moduli narrativi la storia italiana secondo la successione cronologica degli avvenimenti e secondo la loro articolazione problematica: politico-sociale, economica, culturale e religiosa (quest’ultima almeno fino a quando di storia religiosa è possibile parlare in modo autonomo, senza trapassare totalmente in quella politica o in quella culturale). È sembrato, inoltre, necessario cercare di vedere «dal di fuori» la vita italiana, per capire che cosa abbia significato l’Italia fuori d’Italia e come gli stranieri l’abbiano considerata. La parte centrale dell’opera si articola, cosí, su tre grandi periodi. Il secondo volume affronta gli avvenimenti svoltisi dal secolo V fino al Settecento; il terzo volume tratta il periodo dal primo Settecento all’unità d’Italia; il quarto volume, il periodo dal 1861 a oggi. La periodizzazione di questi volumi potrà apparire insolita: si è infatti dedicato, in pratica, lo stesso spazio alla storia di quasi un millennio e mezzo e a quella di poco piú di due secoli. Questo rovesciamento della piramide cronologica non è certo provocato dall’intenzione di deformare il processo storico, comprimendo i tempi piú remoti e sviluppando via via il passato piú prossimo a noi. Le ragioni di questa partizione sono essenzialmente altre: alla caduta dell’Impero romano comincia per l’Italia un processo di sviluppo storico che presenta molte analogie con le vicende degli altri paesi già dominati da Roma: regni barbarici, istituzioni feudali, ecc. Ma a partire da un certo momento, per tutta una serie di fenomeni particolari, le vicende italiane rivelano una loro originalità nella vita europea: fra il secolo XI e i secoli XIV e XV si costituiscono forme di civiltà in parte assai diverse da quelle degli altri paesi d’Europa. Per certi aspetti, diverse in senso positivo: l’Italia conosce una civiltà progredita, una vita sociale sviluppata, un’economia dinamica, una cultura che getta le basi del grande rinnovamento dell’età moderna; per altri aspetti, la diversità è un elemento negativo: le strutture politiche, sociali ed economiche italiane non riescono a superare limiti e debolezze di fondo, da cui si svilupperà la crisi italiana del Cinquecento. Il processo si conclude, cosí, drammaticamente, in un crollo e in un’involuzione, che porta l’Italia al livello dei piú arretrati paesi d’Europa nello spazio di nemmeno un secolo. All’inizio del Settecento, quello che era stato il paese forse piú progredito è diventato «la terra dei morti», la meta di viaggiatori stranieri curiosi di vedere le rovine, le tracce del passato, ma privi di ogni interesse per una realtà che appare quasi affatto estranea alloro mondo. Nel secondo volume della Storia d’ltalia si è dunque voluto seguire l’intera parabola di questo processo, che ha visto il nostro paese scadere da soggetto a oggetto di storia, e mostrare questo itinerario nella sua integrità e consequenziarietà, dal punto di partenza fmo all’apogeo e poi giú lungo la precipitosa caduta agli inizi dell’età moderna. dalla Presentazione dell’editore
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