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Finalista del Premio Bancarella 2020
Una storia difficile, che nelle parole di Dèsirèe diventa il racconto vivido dell'Italia a cavallo tra gli anni '80 e '90; un inno alla capacità degli uomini di superare i dolori più grandi, imparando a guardarli in faccia fino a che non diventano preziosi.
«Ho sempre cercato un fratello, qualcuno che fosse come me: non colpevole»
A dodici anni, Dèsirèe ha dovuto imparare in fretta. Preparare il latte in polvere, cambiare i pannolini, infilare e sfilare tutine, tagliare le unghie, interpretare le mille sfumature del pianto. È stata lei a prendersi cura di Zakaria nei suoi primi mesi di vita. Se chiude gli occhi, lo rivede. È «un chicco di caffè» con le mani grinzose e qualche ricciolo «disegnato a carboncino sulla testa rotonda». Ha i suoi stessi occhi a mandorla - anche se la pelle di colore diverso - e la stessa madre che, trincerata dietro la porta del bagno, cede ogni giorno di più al ricatto della dipendenza per «guardare il mondo sottosopra, la testa rovesciata all'ingiù». Questo libro Dèsirèe lo ha scritto per lui, Zakaria: per trovarlo, ovunque sia oggi. Per raccontargli la storia della sorella che non sa di avere e che lo ha accudito prima che una famiglia per bene lo adottasse. Il racconto di una bambina che ha conosciuto la violenza, l'abbandono e la morte mentre i suoi coetanei dismettevano il quaderno con i quadretti grandi per passare a quello con i quadretti piccoli; di una ragazza cresciuta in una comunità, poi in un centro diurno e poi in un progetto di autonomia guidata; di un'adolescente che ha trovato il coraggio di amare ed essere amata, nonostante tutto; di una donna che ha avuto paura di non farcela, e ce l'ha fatta.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
E' la storia vera di una ragazza torinese, oggi 35enne, che impressiona, tanta è la tristezza e le mancanze che la caratterizzano, quanta è la pacatezza (oggi così poco diffusa) e l'equilibrio con i quali le racconta. Una vita che prestissimo la priva di ogni punto di riferimento o certezza, se non quello della dipendenza dei propri genitori dalla droga e dall'alcool, a seguito della quale le si spalancheranno le porte di numerose case famiglia con assistenti sociali spesso poco empatici e assai poco disponibili ad ascoltarla, ma anche con famiglie affidatarie che con fatica le sapranno regalare quell'affetto e calore così indispensabili per una bambina, e a lei sconosciuti. Il ritorno dopo anni alla convivenza con la madre, finalmente uscita dal carcere, tornerà ancora a riservarle però violenza, dolore, paura, fino .... all'arrivo di lui, Zakaria, il fratellino appena nato, del quale dovrà prendersi cura in luogo della madre ancora irresponsabile e dipendente, fino a che i servizi sociali non lo affidano a due nuovi genitori. Così Desireè affida a questo crudo racconto la speranza di ritrovarlo, di riabbracciare quel pezzo di famiglia che tanto le manca, una famiglia sgretolatasi così presto e che nel tempo ha smarrito importanti parti, creando assenze che pesano come un macigno, ma nonostante le quali la scrittrice ha avuto la forza e il coraggio di farcela e di scegliere d amare.
Sono capitata su questo libro per caso e invece mi è piaciuto molto, moltissimo. Non avrei voluto che finisse, perché mi sono affezionata alla protagonista del libro, che è poi l autrice. È una storia vera, dolceamara, di sentimenti, di vita vissuta sulla pelle. Grazie Desirée per aver condiviso la tua storia, ti auguro di trovare ciò che stai cercando.
Recensioni
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