La fotografia, che a metà dell'Ottocento stava muovendo i primi passi, si rivelò ben presto uno strumento di comunicazione di massa particolarmente efficace, e per tale motivo fu piegata alle nuove esigenze della propaganda patriottica per costruire un immaginario visivo del Risorgimento. Garibaldi comprese subito la portata rivoluzionaria di questo nuovo mezzo e ne seppe sfruttare l'enorme potenzialità attraverso i suoi numerosi ritratti, che lo fecero diventare un'icona popolare rafforzandone la connotazione eroica. Anche Mazzini fu molto attento alla propria immagine pubblica, posando sempre vestito di nero in segno di lutto per l'oppressione subita dal Paese e favorendo in seguito la diffusione delle sue foto per sostenere la causa repubblicana. E i Mille, conclusa l'impresa garibaldina, furono immortalati uno per uno in formato tessera, dando vita al primo album di figurine, una sorta di "galleria di eroi", per ricordare a posteriori le loro gesta e farle conoscere in tutto il territorio dell'Italia unita. Il volume, illustrato da numerose fotografie rare e inedite, narra con immediatezza e vivacità come e con quali scopi la fotografia venne utilizzata durante il Risorgimento, e presenta documenti preziosi, tra cui i primi reportage della nostra storia, le prime vedute di campi di battaglia, ma anche i ritratti, ufficiali e insoliti, di soldati, patrioti e personaggi protagonisti di quel periodo.)
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