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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2023
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Un'opera convincente che dimostra, fonti alla mano, come Stilicone fu un aristocratico romano, fedele alla dinastia teodosiana e all'imperatore Onorio e non, come vorrebbero gli storici cristiani Orosio e san Girolamo, superficiali, inaffidabili e interessati esclusivamente alla difesa delle ragioni della propria religione, un "vandalo" ed un "barbaro", in perenne connubio con il goto Alarico e con altri capi barbari in funzione dell'esclusivo perseguimento dei propri interessi di potere. Gli Scipioni, Mario e Silla, Pompeo, Cesare e Marco Antonio, Agrippa, Vespasiano, Traiano e Settimio Severo: i leader militari avevano sempre svolto un ruolo essenziale nella storia millenaria dell'urbe, un ruolo che si era vieppiù accresciuto nel periodo dell'anarchia militare, degli imperatori illirici, della tetrarchia e delle dinastie costantiniana e teodosiana. Ma è proprio al culmine di quest'ultima, quando il tracollo dell'occidente assume una forma ormai irreversibile, che appaiono figure di grandi generali come Stilicone ed Ezio, che sono al contempo abili politici e che, a dispetto della loro ascendenza semi-barbara, sono gli ultimi veri, grandi difensori dell'Impero. Questo libro racconta la storia di uno di essi, senza infingimenti eroici o romantici, ma anche senza i pregiudizi della propaganda cristiana, e mostra come Stilicone, combattuto e osteggiato di volta in volta da colleghi orientali, invasori barbari, ribelli ed usurpatori, infidi cortigiani, esercito romano, un senato miope ed egoista e persino i suoi stessi famigliari, abbia avuto come costante riferimento della propria azione politica la salvaguardia dell'Impero, perseguita, in continuità con l'insegnamento di Teodosio, attraverso una realistica politica di accordo e, laddove possibile, di integrazione con le popolazioni barbariche.
Sufficiente. Come l’altro di Huges su Ezio.
ottimo approfondimento su una figura storica decisiva della tarda antichità
Recensioni
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