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Anno edizione: 2017
Anno edizione: 2021
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Più che una narrazione, uno scenario in continua evoluzione in cui Cechov ci getta per descrivere la Russia dell'epoca, tra credenze, luoghi e culture diverse. Può risultare un po' pesante perché l'autore, per far risaltare la monotonia del viaggio, usa un tono monotono e senza increspature, ma rimane un capolavoro della letteratura russa che tutti dovrebbero leggere.
Lo sfondo di un infinito uguale a una lenta distesa di poesia, un insieme di materia e visione, ricordo e sogno lungo le verste quasi senza approdo di un viaggio fatto su un carro. L'abbraccio di una natura che spaventa mostrandosi nelle sue vesti primigenie, e un ragazzo sotto i cui occhi sfila un mondo di odori, commerci, nostalgie, un mosaico di incontri che renderanno quel cammino un vero e proprio specchio di crescita e conoscenza e che Cechov amerà scolpire in una frase che è un'intera letteratura. "Il russo ama ricordare ma non ama vivere". Le esperienze si mescolano in una serie di abbrutimenti e dolcezze, gli echi di una solitudine smisurata e di un desiderio di compagnia sono come maestri di educazione su ogni singola mossa: "Ci sono persone di cui si può conoscere l'intelligenza dalla voce e dal riso, altre nelle quali negli stessi elementi c'è una stupidità senza fine". Una coralità varia che in episodi stupendi alterna cambi di scena indimenticabili: il bagno fatto al fiume, le grandi mangiate, le visite fatte a qualche bottega occasionale, lo sguardo dentro una chiesa. E questo senso di piccolezza e di morte che rinviene ogni momento quando ci si guarda attorno: "Ci si sente irrimediabilmente soli, e quanto si era prima considerato vicino, come fosse cosa propria, diviene infinitamente lontano e senza nessun valore. Le stelle che guardano dal cielo già da migliaia di anni, lo stesso incomprensibile cielo e la caligine, indifferenti alla vita breve dell'uomo, quando si stia faccia a faccia con essi e si tenti di indagarne il senso, opprimono l'anima col loro silenzio. E l'essenza stessa della vita si presenta terribile, disperata". Un orizzonte unico dove si scopre ogni nuda vibrazione di se stessi, un canto si potenza selvaggia e di stupori sontuosi senza nessun confronto con altro. E il dottor Cechov, dietro queste quinte meravigliose, a guarirci l'animo con la sua forza, i suoi solfeggi, la sua malata bellezza che diventa cura e vita dentro di noi.
Splendido ripescaggio, un gioiellino da leggere tutto d'un fiato.
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