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Sto leggendo qualsiasi cosa riguardante King (i famosi saggi di Douglas Winter, le interviste raccolte da Tim Underwood e Chuck Miller, il libro di Ciro Ascione, quelli di George Beahm ecc) perché qualche anima buona ha accettato la mia tesi su King, e vi posso dire che il libro di Bordoni è assolutamente inutile. Fino a pagina 80 non vi è nessun accenno alle opere di Stephen King, tranne qualche riga su due-tre romanzi. Nonostante la prefazione dica che Bordoni si sia interessato a King grazie a un suo allievo ed abbia imparato ad ammirarlo, nel suo libro non traspare nessuna traccia di questa "presunta" ammirazione. Inoltre, il libro è una summa dei saggi precedentementi pubblicati da Bordoni, che "fanno a pugni" con quelli più recenti... insomma, a mio parere non ne vale proprio la pena.
Recensioni
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King ha una caratteristica che lo distingue da molti altri scrittori di non minor successo commerciale: esercita un fascino immediato sui lettori adolescenti. Non è raro vedere qualche tredicenne dei più abulici e riottosi vincere la propria diffidenza per la parola scritta solo di fronte ai suoi romanzi, e divorarsi, nello sconcerto di insegnanti e familiari, le milleduecentotrentotto pagine di It con disinvoltura e soddisfazione. Basterebbe questo a giustificare l'attenzione che a Stephen King dedica Carlo Bordoni in questa raccolta di saggi molto ben documentata e corredata di bibliografia e filmografia. Bordoni segue il suo autore dai faticosi esordi, con relative incursioni sul terreno della fantascienza, agli strepitosi e crescenti successi degli anni ottanta; dalla svolta degli anni novanta, caratterizzata da una maggior presenza di temi erotici, all'incidente del 1999, che spezza in due la stesura dell'autobiografico On writing . Ci informa sulle pubblicazioni di King sotto pseudonimo, sulle sue vicissitudini editoriali, sulla rivalità con Tom Clancy, sull'immagine di sé come prototipo del self made man che il romanziere ha accortamente costruito e diffuso. Ma soprattutto ci offre gli elementi di un'interpretazione. Contestualizza lo scrittore nel gotico americano, ne vaglia attentamente le ossessioni ricorrenti - come quella del doppio, che lo spinge a mettere in scena tante figure di scrittori - e ne passa in rassegna i temi più vitali: il "gran bagaglio delle paure dell'infanzia", gli oggetti e i luoghi dotati di poteri talismanici, la solitudine dell'uomo contemporaneo, infine - e soprattutto - le entità mostruose (allusive a più segrete mostruosità psicologiche) che si annidano nell'apparente tranquillità di piccole comunità rurali senza storia.
Mariolina Bertini
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