L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Nata a Gerusalemme e cresciuta a Gerico, Liana Badr lascia la Palestina a diciassette anni, nel 1967, e vive in esilio tra Giordania, Libano, Tunisia e Siria. Ha scritto opere di narrativa e girato film documentari sui campi profughi palestinesi in Libano, dedicando un romanzo-reportage al massacro di Tell al-Zaatar. Le stelle di Gerico è un'autobiografia non convenzionale, suddivisa in capitoli aventi ciascuno il nome di un elemento naturale: Legno, Rame, Rubino, Piombo e così via. È la storia di una famiglia disgregata, segnata dalla prematura perdita della madre e dalla prigionia del padre, ma è anche un itinerario biografico scomposto, nel quale raccogliere e custodire tutte le impressioni lasciate nei sensi dai luoghi dell'esilio e dagli affetti incontrati lungo il suo corso. La memoria qui non è solo il filo utile a tenere insieme l'io, ma è anche l'unico desiderio rimasto a scongiurare la morte: quando, ad esempio, un telegramma annuncia la fine dell'amica di gioventù, partita per l'Unione Sovietica, l'autrice sogna di ritrovarsi insieme a lei per ricordare ancora: "Le avrei mostrato le pietre del mar Morto rosse per la luce del tramonto, un mattino saremmo andate in giro e le avrei mostrato la casa della mia infanzia, la colomba blu della pace dipinta su una maiolica bianca del salone". In ordine sparso, l'io narrante ci fa da guida tra i banchi della scuola di Gerico, o nella stanza della sua casa natale, tra i mercati profumati del Cairo, ci parla della voce di Umm Kulthum e dei dipinti di Inji Aflatun, degli incontri con le palestinesi in esilio, intente a confezionare cibo per detenuti o combattenti, a preparare feste di fidanzamento, a vendere dischi, libri o perfino capelli, per raccogliere denaro e acquistare un biglietto aereo. In questa pluralità di luoghi, di discorsi e di profili, l'andamento a sussulti della memoria restituisce al lettore non la compiutezza di una formazione, ma tante piccole porzioni di resistenza al femminile.
Maria Elena Paniconi
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore