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scheda di Bellofiore, R., L'Indice 1990, n. 4
Frank Hahn è, come ricorda Vincenzo Denicolò nella sua introduzione, al tempo stesso 'a general equilibrium man' - un costruttore ed estimatore della teoria dell'equilibrio economico generale quale unico principio rigoroso del ragionare economico - ed un "uomo di Cambridge" - un economista che, pur all'interno di un approccio metodologico diverso, ha sempre messo al primo posto della sua agenda di ricerca i problemi stessi di Keynes, la moneta e la disoccupazione. L'antologia del Mulino, che prosegue la collana "I grandi economisti contemporanei" in collaborazione con l'Istituto bancario San Paolo di Torino, documenta selettivamente il percorso intellettuale di Hahn, raccogliendo alcuni dei suoi saggi più importanti in quattro parti, dedicate rispettivamente ai "problemi di metodo", alla "stabilitè", alla "disoccupazione" e alla "moneta" (con qualche sovrapposizione con un altro volume pubblicato tempo addietro da Laterza, "Equilibrio economico, disoccupazione e moneta"). L'interrogativo centrale di Hahn, ben sintetizzato da Denicolò è il seguente: posto che la moderna versione dell'equilibrio economico generale di Arrow e Debreu individua le condizioni sotto le quali è possibile dare risposta al quesito di Adam Smith - "come è possibile che le azioni individuali di soggetti egoisti e capaci di calcolo razionale siano compatibili e, in più, producano una allocazione efficiente delle risorse?" - e posto che però tale versione non lascia spazio in equilibrio né alla presenza della moneta (cioè di un bene la cui utilità intrinseca è nulla e che ciononostante ha un prezzo positivo in equilibrio) né al verificarsi di una situazione di disoccupazione involontaria (in cui vi sono lavoratori che non trovano occupazione al salario corrente), quali ipotesi occorre modificare affinché tali fenomeni possano essere spiegati? In questo modo, l'approccio di Hahn si contrappone frontalmente a quelle impostazioni, monetariste in senso lato, che vorrebbero vedere nella teoria neoclassica dell'equilibrio competitivo di tradizione walrasiana la pretesa di descrivere l'effettivo comportamento delle economie di mercato.
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