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Trovo sempre difficile dare un voto ad un libro testimonianza. Perchè che cosa si deve giudicare? la storia? il modo in cui è scritto?...per un libro verità, come questo non si può, non sarebbe giusto, ma se lo si deve fare non gli si può dar altro che il massimo punteggio. Millie, la protagonista, è una donna incredibile, con una personalità estremamente affascinante, sembra a tratti molto fragile, sottomessa, ma in molte altre circostanze, estremamente forte, e ribelle, di una forza che nemmeno gli orrori dell'olocausto sono riusciti a piegare. Restano purtroppo le enormi perdite, le ferite inflitte a questi sopravvissuti, gli incubi per tutto il resto della loro esistenza, ma resta, con testimonianze come questa una grande Verità che Millie asserisce, e cioè che ognuno di noi, in qualsiasi circostanza per quanto estrema possa essere può decidere come comportarsi, se essere buono oppure no, giusto oppure no, e questo dovremmo sempre tenerlo presente.Ribadisco che libri come questo andrebbero letti da più persone possibili, andrebbero dati come testi agli alunni nelle scuole, per non dimenticare e per trarre sempre delle lezioni di vita, che solo persone come la protagonista di questo libro possono darci.
Un libro bellissimo La sposa di Aushwitz scritto da Mille Weber, di origine polacca e scampata ai campi di concentramento , in collaborazione con l'insegnante di letteratura Eve Keller. Tra le due donne un abisso. per età e cultura. La Keller, che non ha nemmeno 50 anni, ammette di essere un'ebrea atipica: vissuta sempre negli Stati Uniti, non ha avuto parenti uccisi nei lager e ha goduto di una vita felice e protetta . Ma ella riesce comunque a tradurre bene i pensieri di Millie, con un distinguo: Millie ammette di non ricordare alcuni episodi perfettamente, a causa di uno choc di ritorno che le ha chiuso la mente. Ad esempio, non sa più dire se con il primo marito, Heinek, (sorvegliante ebreo del campo di concentramento) fu sposata per poche settimane o dei mesi. L'originalità narrativa sta nel fatto che Millie, vivente attualmente a Long Island con figli e nipoti, ringrazia Jack, il marito col quale ha vissuto felicemente per 60 anni, scomparso a 92 anni nel 2006; ma ella non riesce a disgiungere da sé il ricordo di Heniek, sintesi perfetta di come due affetti possano convivere all'interno della stessa persona. Il racconto è narrato con lucidità e con aneddoti inediti, che gettano una nuova luce sullo sterminio nazista. In Millie non c'è autocompiacimento nel narrare , ma la consapevolezza che anche le cattiverie più bieche avvengono sotto una patina di apparente normalità, messe in atto da gente apparentemente comune.Il risvolto più impressionante è quello del volere conservare una propria identità attraverso gli oggetti cari. E così Millie salva i due anelli che simboleggiano il suo matrimonio avvenuto a 16 anni (Two Rings è anche il titolo originale dell'opera) nascondendoli nelle mutande . Altri beni, come fotografie degli affetti dai quali si è stati forzatamente allontanati , verranno occultati nel tacco di una compagna di sventura e sono conservati ancora adesso dalla Werber, Bellissimo.
A me è piaciuto molto questo libro! E' la storia di una ragazza polacco che ha intorno ai 16 anni e del suo primo amore che nasce in una fabbrica/ghetto. Anche nell'orrore piu' assoluto, tra fame e miserie (e la paura costante di essere uccisi) è bello sapere che c'è la speranza che nasca un'amore puro. Non ho assolutamente trovato nulla di mieloso e mi è piaciuto moltissimo il modo in cui l'autrice spiega la sua disgrazia tra la fabbrica dove lavorava come schiava e poi il campo di concentramento. Tratto da una storia vera (ci sono anche foto in bianco e nero dei vari protagonisti).
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