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Con un coraggio disarmante, Speriamo per il meglio parla senza riserve di cosa significhi amare e soffrire oggi. Una storia contemporanea dirompente e magnifica, carica di una forza emotiva universale.
«Una lettura elettrizzante» - Dagens Nyheter
«Un'autenticità rara» - Aftonbladet
«Carolina ha il coraggio di parlare anche di ciò per cui solitamente si prova vergogna» - Femina
Un pomeriggio, mentre sta allattando suo figlio di otto mesi, Carolina riceve una email dal suo compagno che contiene una serie di password e di istruzioni pratiche in caso venisse a mancare improvvisamente. Da principio si preoccupa, poi però si innervosisce – è tipico di Aksel comunicare in modo asciutto e privo di tatto. La mail finisce così: «Speriamo per il meglio!». Cinque mesi dopo, Aksel è morto. In un puntuale resoconto tra passato e presente, seguiamo la storia d’amore tra Aksel e Carolina, dall’appassionato primo incontro ai mesi di corteggiamento in cui lei cerca di trovare un posto nel cuore di un uomo che la ama, sì, ma che è di poche parole, per nulla romantico, e rivendica i suoi spazi e i suoi tempi. È Carolina a premere sull’acceleratore, è lei che organizza le vacanze, che spinge per andare a convivere, avere un figlio. Nello stesso tempo viviamo i drammatici momenti che seguono la scomparsa di Aksel, quando Carolina si ritrova a trentasei anni completamente sola con un figlio e non ha la più pallida idea di cosa fare. E quello che viene dopo: il senso di colpa, il cuore aperto a metà. Potrà innamorarsi ancora?
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
è stata una piacevole scoperta davvero. acquistatelo.
Un libro potentissimo, ipnotico, emozionante come pochi. Scritto con una sincerità e un'onestà impressionanti. Trecentocinquanta pagine di vita vera che la svedese Carolina Setterwall racconta con una voce lucidissima ma intensa, come una confessione, al presente, ad Aksel, suo compagno morto nel sonno, una notte. Nel narrare senza ipocrisia la genesi di una relazione complessa, il trauma della perdita, la solitudine e il dolore, non nasconde niente Carolina, neanche i suoi errori e la parte più meschina e paranoica di sè. Piuttosto dice l'indicibile: descrive la rabbia, la paura, l'invidia per gli altri, l'ansia e l'inadeguatezza di madre, il senso di colpa. C'è tutto in questo faticoso e lungo processo di elaborazione del lutto, anche gli aspetti positivi: la solidarietà e l'aiuto degli altri, la cura, la gratitudine. Questo libro però non dice che andrà tutto bene, non è scritto per dare speranza, non dà insegnamenti e non ha un lieto fine. Ma non è neanche un libro pessimista o deprimente, visti l'amore e l'importanza dei legami che lo pervadono. Racconta semplicemente come stanno le cose nella vita, a volte così dura, come si procede - bisogna - e qual è l'unico modo per farlo: vedere il bene che c'è, perchè c'è, e tenere duro.
Recensioni
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