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L’ultimo volume è un compendio necessario e un sussidio indispensabile per l’efficace uso dei precedenti. È parte integrante ed essenziale dell’intera opera. La Cronologia offre un quadro analitico e molto ricco della produzione letteraria in lingua greca nell’intero arco di tempo preso in considerazione: una rassegna in cui tutti i fatti a vario titolo rilevanti, tutti i fenomeni culturali comunque interessanti vengono riepilogati in un prospetto che scorre sinotticamente in parallelo alle principali vicende storico-politiche. Questo consente di recuperare sincronie, episodi e situazioni di dettaglio non sempre di immediata evidenza nei singoli volumi. La Bibliografia, che si aggiunge alle specifiche bibliografie richiamate nei vari saggi, offre una selettiva ma tutt’altro che esigua rassegna degli strumenti di studio pertinenti al vastissimo ambito trattato: i principali repertori e le maggiori opere di consultazione, le più accreditate riviste, le maggiori collane di testi, i lessici, le storie letterarie generali e settoriali, i contributi, autore per autore. La materia è disposta tenendo conto delle correnti critiche e interpretative, dei movimenti culturali, ecc. Ne risulta un orientamento su possibili percorsi di ricerca, di studio, di lettura. Chiudono il volume gli Indici analitici generali: dei nomi e delle cose notevoli, dei passi citati, delle testimonianze scritte, degli autori moderni.
recensione di Fo, A., L'Indice 1997, n. 1
Quando in un anno olimpico, quale il presente 1996, si assiste alla premiazione di un atleta, pochi momenti coinvolgono come quelli in cui contro la bandiera che si leva e il primo piano del campione (inevitabile immaginarsi di fronte a un video) viene a snodarsi l'impatto dell'inno nazionale.In un istante quella composizione sbalza netti alla mente interi campi di valori e emozioni. Qualcosa di paragonabile - "lontanamente" paragonabile, secondo le distanze che segnano l'unità di misura della moderna nostalgia verso il mondo antico - figurava nel "protocollo" di premiazione degli atleti che partecipavano ai quattro grandi Giochi della Grecia classica: quelli di Olimpia e di Nemea in onore di Zeus, quelli di Delfi per Apollo vincitore sul sacro Pitone, quelli Istmici in onore di Posidone a Corinto. All'epoca, il fortunato campione avrebbe potuto fruire di un inno celebrativo "personalizzato", firmato all'occasione da un Bacchilide o un Pindaro.
E in questo nostro tardo Novecento la grecità può, come raramente in passato, ricavarsi sugli alati carri dei libri un suo ambito ampio nelle case delle persone di cultura.Chi si formasse con studi universitari una ventina d'anni fa avrebbe stentato a reperire un'edizione italiana su cui scoprire, con giusta miscela di filologia e accessibilità, classici anche d'alto rango come Archiloco, Teognide, Apollonio Rodio o quel Callimaco che brilla ora in due volumi della Bur di Rizzoli. Attualmente le collane anche economiche dei nostri editori offrono perfino titoli "minori" e "minimi", come il saggio sui geroglifici di Orapollo (Bur) o le divagazioni delle "Storie varie" di Claudio Eliano (Adelphi). Per non dire che proprio di un autore difficile come Pindaro, che quanto a combinazione fra altezza di vette e difficoltà di attingerle rappresenta forse l'Everest dei poeti antichi, la Fondazione Valla di Mondadori sta curando un'edizione commentata degna del più solenne encomio, dove figurano fresche di stampa le "Pitiche" a cura di BrunoGentili e altri specialisti.
Ricordare tutto ciò - e proprio mentre Einaudi avvia la sua nuova impresa "I Greci" - offre il destro di offrire adeguato risalto alla conclusione di un monumentale sussidio saggistico per lo studio della grecità letteraria: "Lo spazio letterario della Grecia Antica" dell'editore Salerno. Il terzo e ultimo volume di quest'opera diretta da Giuseppe Cambiano, Luciano Canfora e Diego Lanza offre ben centocinquanta pagine di "Cronologia della Letteratura greca" in un quadro sinottico, preparato da Antonio Natalicchio, che giustappone "storia e istituzioni civili" a "letteratura e vita culturale".E, soprattutto, oltre seicento fittissime pagine di "Bibliografia" meticolosamente organizzata al contempo sia per generi letterari che per singoli autori, frutto dell'autentico atletismo di tre meritevoli studiose: Sotera Fornaro, Monica Negri e Isabella Tacchini. La fittissima rete degli "Indici" (nomi e cose notevoli, passi citati, testimonianze scritte, autori moderni, sommario e tavole: pentathlon diStefania Moncalvo) esclude che si possa smarrire alcunché fra i dati attorno a cui i migliori specialisti hanno edificato i quattro tomi precedenti, tre per "La produzione e la circolazione del testo", uno (il volume II) per "La ricezione e l'attualizzazione del testo".
Fra tanta dovizia di apparati, quest'ultimo volume presenta un dotto intervento di Gian Franco Gianotti intitolato "Storie di calendario: il tempo festivo".Vi si trattano geografia e morfologia delle feste, inclusi i giochi panellenici, anche per via della nota connessione che stringe presso gli antichi greci il computo cronologico alla serie delle Olimpiadi. L'amatore potrà combinarvi, all'intima soddisfazione delle scoperte, quella estetica di fronte a carta e caratteri di pregio, al nitore quasi fastoso delle pagine, agli ampi margini su cui spaziare in vivagni. Per il lettore curioso, accanto all'inserto iconografico, una carrellata di rinvii; in direzione, per esempio, del primo reportage poetico sul mitico fondatore dei giochi olimpici "e responsabile primo del rituale della premiazione", cioè Eracle, per come è cantato nella terza "Olimpica" di Pindaro - facilmente reperibile nella traduzione di Mario Lehnus per i "Grandi Libri" Garzanti. Volendo poi approfondire il percorso, ci si potrà giovare - oltre che dei ricordati preziosi volumi della Fondazione Valla - dell'ampio repertorio di titoli qui ordinati ai lemmi "Lirica" e "Pindaro".
A sguardi proiettati nel futuro, questo strumento, nel suo cadere proprio su una fine di millennio, può rivestire anche la connotazione romantica di una sorta di pietra miliare "di congedo". È infatti forse, per gli studi di antichità, uno fra gli ultimi grandi sussidi bibliografici del Cartaceo, di quell'èra cioè che sta verosimilmente per essere condotta a estinzione dall'informatica.All'orizzonte sorge il disco del Cd-Rom, e una sezione di questa stessa bibliografia ("Antichità classica e computer") ne registra, nonché l'aurora, il mattino già pieno.
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