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I primi pensieri che affollano la mente dopo la lettura del testo di Flavio Milandri (2008) "Sotto V(u)oto. Critici e assenti, la generazione invisibile", AIEP Editore, sono tutti dedicati al "che fare" per rigenerare il necessario rapporto intergenerazionale afflitto da grave crisi nella società contemporanea. Forse ci sono state epoche storiche in cui i giovani hanno effettivamente anticipato tendenze che si sono affermate in seguito e che si sono estese alla società nel suo insieme. Oggi, più che anticipare quello che verrà, i giovani sembrano rispecchiare lo stato attuale di una società ripiegata sul presente che evita di guardare e progettare il futuro. I giovani esplicitano i cambiamenti senza esserne i protagonisti. L'ambizione di cogliere lo "spirito del nostro tempo" è alla base di questo scritto - Sotto V(u)oto. Critici e assenti, la generazione invisibile- ispirato ad una ricerca empirica sulla gioventù sammarinese svolta tra febbraio e luglio 2008 attraverso la quale l'autore riesce a narrare il processo di progressiva e sempre più spinta astrazione della società. Con la ricerca, egregiamente svolta da Milandri, emergono certamente tre aree di bisogni da affrontare: quelli culturali, quelli di visibilità e quelli di politiche appropriate. Dai significati che troveremo ai termini della questione gioventù, dalla qualità del nostro ascolto dei ragazzi e dalle risposte in termini di politiche che rinverremo dipende la nostra qualità di vita futura, dipende il Ben Essere. I giovani sono una risorsa per migliorare la produttività, la cultura e lo sviluppo. Quando si parla di giovani e della loro crescita non si può certamente fare riferimento ad un percorso omologato: dobbiamo accettare delle sfide e aprirci a nuovi stimoli, a nuovi progetti. Così avremo risposto anche alla quaestio cruciale per lo sviluppo: come si crea domanda d’innovazione e ricerca nei luoghi?
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