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Anno edizione: 2023
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recensione di Martinetto, V., L'Indice 1998, n. 8
"Tempi difficili" è il primo volume della trilogia "I sotterranei della libertà" ("Os subterrâneos da libertade"), finora rimasta inedita in Italia, malgrado la sua redazione risalga alla fine degli anni quaranta, momento dell'esilio di Jorge Amado in Cecoslovacchia. "Agonia nella notte " e "La luce in fondo al tunnel "sono i titoli con cui verranno pubblicati da Einaudi gli altri due volumi. L'argomento complessivo dell'opera è politico e sicuramente legato alle circostanze della vita dell'autore, esiliatosi dal proprio paese dopo aver subito numerosi arresti quando il Partito comunista brasiliano, di cui era deputato, venne dichiarato illegale dal regime di Getúlio Vargas, impostosi con un colpo di Stato nel 1937.
Dall'opera emerge una riflessione su fatti vissuti in prima persona dall'autore, ma sapientemente trasfigurati da un'affabulazione che mescola fatti e personaggi reali e di invenzione. Ne esce un vivace affresco della genesi dell'"Estado Novo" e dei fermenti sotterranei dell'opposizione che hanno animato la vita politica del Brasile alla vigilia della seconda guerra mondiale. In "Tempi difficili" sono alternativamente messe in primo piano le vicende di personaggi appartenenti a tutti gli strati sociali: un ricco banchiere che trama alleanze commerciali con la Germania di Hitler, un deputato liberale le cui speranze di occupare lo scanno di ministro della giustizia vanno in fumo con il colpo di Stato, il figlio di costui, giovane diplomatico che, a dispetto dei tempi difficili, impiega il suo tempo a provocare scandali e a illudere una ragazza umile, aspirante ballerina, alimentandone vanamente le velleità artistiche e amorose, una serie di funzionari corrotti e di scalatori sociali, eroiche e forse un po' idealizzate figure di irriducibili militanti comunisti, signore della società bene estranee agli intrighi politici gestiti da mariti o amanti, ma coinvolte fino al midollo in scandali rosa e "novelas" sentimentali, e sullo sfondo le anonime masse urbane delle due megalopoli, Rio de Janeiro e São Paulo, teatro delle vicende.
Non si ritrova qui, infatti, l'ambientazione esotica e sensuale dell'Amado bahiano, di sorridente vena lirica, dei romanzi scritti a partire dal 1958 - anno di pubblicazione di "Gabriella, garofano e cannella" - con cui forse il pubblico italiano identifica l'autore. Tuttavia basta ripensare al primo Amado degli anni trenta - quello di "Cacao "(1933)", "di "Sudore "(1934), di "Jubiabá" (1935) o di "Mar morto "(1936), in cui si raccontava il mondo dei lavoratori delle piantagioni e della gente più umile - per trovare le radici di una narrativa che vuole essere politicamente e socialmente impegnata, e in cui realismo e romanticismo, umanitarismo e denuncia si fondono al servizio di un'idea. Nel risvolto di copertina di questo primo volume della trilogia, lo stesso autore illustra lo spirito con cui il suo lettore si deve avvicinare, a più di quarant'anni dalla sua stesura, a questo grande romanzo inedito: ""I sotterranei della libertà" propongono la visione di un mondo che è stata anche la mia e per la quale le cose o sono nere o sono bianche. Oggi credo che quella visione manichea non esista più, tutto è pieno di sfumature. Allora c'era un pragmatismo e uno spirito dogmatico che adesso sono scomparsi. Non l'ho fatta io questa revisione, l'hanno fatta gli avvenimenti. Per questo non rinnego nulla. È stata una tappa storica in cui ho creduto e che "I sotterranei della libertà" ritraggono in tutta la verità di quei 'tempi difficili'".
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