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Anno edizione: 2016
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Ecco come immagino dio. Né buono, né cattivo. Un'entità che infondo si può anche innamorare di una sua creazione, dimostrando nello sviluppo della storia di essere proprio uno qualunque di noi, e che sì, siamo fatti a sua immagine.
Recensioni
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(…) Sono Dio è la storia, narrata da Dio in persona – a dispetto di tutto ciò che il cosmo può offrirgli – del proprio interessamento e della progressiva infatuazione per un essere umano: una ragazza, una post-punk atea dalle treccine viola e dal fisico imperfetto che di mestiere insemina artificialmente le vacche di montagna e fa ricerca in un laboratorio di microbiologia genetica, mentre nel tempo libero ruba crocefissi da bruciare nel caminetto dell’ex- pescheria dove vive. Sembra un mero gioco di collisioni, ma ci si accorge presto che la deflagrazione è più tematica che narrativa. Il racconto procede per capitoli alterni, tra lo sviluppo di un plot via via più accattivante (…) e pagine riflessive in cui il sommo narratore manifesta un’attitudine introspettiva e autoanalitica che è una cifra costante delle voci di Sartori. Se la cura della trama permette all’autore di impastare con la consueta sensibilità la vicenda biografica di un personaggio femminile in un milieu esemplare di ipocrisia cattolica, ecologismo new age e pedofilia clericale, il binario riflessivo si presta a rifrangere le più varie implicazioni legate a un Dio che narra: quelle dell’onniscienza, ad esempio (…). Quel che è chiaro fin dalle prime righe, tuttavia, è che si tratta soprattutto di una questione linguistica: come può un Dio esprimersi, anzi scrivere quel che egli stesso definisce un “diario”, utilizzando un mezzo umano per definizione, limitato, affatto inadeguato a restituire la totalità assoluta? (…) Sotto questo aspetto, le pagine più riuscite sono quelle dove la descrizione dell’universo e dei suoi fenomeni raggiunge un’inedita e sublime vividezza, pendant cosmico di quella in cui riescono i brani più prosaici, dedicati all’erotismo della protagonista (…). Sono Dio è un confronto serrato e ilare con le questioni fondamentali. Alla lettura, tuttavia, queste fanno capolino per baluginii, diluite come sono nel flusso romanzesco, calate nell’hegeliana prosa del mondo, per cui è ai personaggi (…), alle loro imperfezioni e ai loro patimenti che dobbiamo l’impressione, pagina dopo pagina, di esser coinvolti in una storia che ci riguarda a fondo, molto seria a dispetto del faceto che la anima.
Recensione di Stefano Zangradi
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