Un lavoro di una qualità non comune. Non siamo soltanto in presenza di ottimi jazzisti che suonano della buona musica, ma di una produzione che coniuga un lavoro di ricerca, di selezione ed elaborazione di alto livello con una “restituzione” sul piano esecutivo ricca non solo di gusto e stile, ma anche di felicissime intuizioni. Il sassofonista Marco Castelli – qui impegnato più al soprano che al tenore – ed il pianista Marco Ponchiroli, entrambi veneziani, hanno intrapreso un intenso suggestivo viaggio tra alcuni grandi compositori del XIX° e XX° secolo. Alla fine di questa lunga esplorazione i due musicisti hanno scelto dodici brani, composizioni di diverso genere nonché di differente provenienza temporale e geografica. Sono esecuzioni che rivelano sia due forti benché diverse personalità artistiche, sia una sorta di affinità elettiva, maturata in numerose collaborazioni e progetti comuni. Si passa così, con la massima disinvoltura, da Beethoven a Chopin, da Tchaikowski a Schumann, da Skrjabin a Verdi, da Händel a Ellington, da Jobim a Piazzolla, da Morricone a John Williams. È un jazz evocativo e lirico quello del duo, che non teme di prendere in prestito brani della tradizione classica europea, di celebri colonne sonore o della grande musica sudamericana, con un’unica eccezione, il magnifico quanto poco suonato tema ellingtoniano di Azure, impreziosito da una torrenziale introduzione pianistica. «Songs for a Desert Island» è in definitiva una produzione equilibrata, frutto della ricerca di una dimensione sonora ed espressiva coerenti, che annulla le già citate differenze di spazio, epoca e genere dei brani scelti, introducendo nell’esecuzione continue variazioni di elementi armonici, ritmici e narrativi, sempre ispirate, mai gratuite o di maniera. È un album da custodire gelosamente e portare con sé, ognuno nella propria isola deserta. Disponibile in due versioni:
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