Si sente oggi più che mai il bisogno di riprendere il modo di pensare di Tommaso d’Aquino, che aveva fondato il pensiero religioso e laico sull’obbligo morale per l’uomo di dare a ogni soggetto il suum, non solo quando lo giudica secondo verità, ma anche quando pone in essere atti che devono mettere l’uomo stesso in rapporto con tale soggetto secondo giustizia. Tale ritorno, fatto allo scopo di trovare in questo modo di pensare un valido aiuto per meglio capire allo scopo di meglio risolvere i problemi reali dell’uomo di oggi, non può prescindere dalla rilettura della sua opera principale, la Summa theologiae. Questa, a tutt’oggi, non è stata ancora edita con un apparato critico completo e puntuale né la letteratura critica ha mai sufficientemente richiamato l’attenzione a leggerla secondo la metodologia e l’epistemologia aristotelica, come qui si propone. Temi del Tomo III «Dopo aver indagato sulle virtù, che conservano l’uomo nella via tendente alla sua beatitudine e sui vizi che lo allontanano, indagheremo ora sulle singole virtù, da considerare in se stesse o in rapporto allo stato, sia in generale sia in particolare, di chi le possiede. Quanto alle virtù, s’indagherà dapprima sulle teologali e i vizi opposti. Cioè, sulla fede (qq. 1-16); sulla speranza (qq. 17-22); sulla carità (qq. 23-44). Poi sulle virtù cardinali, su quelle ad esse connesse e i vizi opposti. Cioè, sulla sapienza (qq. 45-56); sulla giustizia (qq. 57-122); sulla fortezza (qq. 123-140); sulla temperanza (qq. 141-170). Poi s’indagherà sugli stati in cui si trovano o alcuni uomini o tutti, distinti in ragione dei doni ricevuti o delle loro vite o dei ruoli che vi svolgono. Perciò s’indagherà dapprima sulla profezia (qq. 171-175), poi sui doni (qq. 176-178), poi sulla vita attiva e contemplativa (qq. 179-182). Infine, sugli stati sia in generale sia in particolare (qq. 183-189)».)
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