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Libro interessante per gli appassionati di storia della chiesa e dell'impero romano. Tuttavia lo stile prolisso di scrittura ne rende la lettura difficile e pesante da seguire, soprattutto a causa dei troppi e lunghi incisi fra parentesi. Nutro inoltre numerose riserve sull'uso (secondo me) improprio della punteggiatura, in particolare per la mancanza di virgole ove necessario e per l'utilizzo di "due punti" e "punti e virgole" ove erano più appropriati "punti" per rendere la narrazione più scorrevole.
Nato nel 1020 presso Grosseto, Ildebrando di Soana è uno dei pontefici più importanti della storia della Chiesa. Dopo avere trascorso, ancora giovane, un periodo di ritiro nel monastero di Cluny, dove venne in contatto diretto con le idee dei sostenitori della riforma ecclesiastica, fece tutta la sua carriera nella Curia romana, al fianco di Leone IX, Vittore II, Stefano IX, Niccolò II. Fu il più ascoltato consigliere di Alessandro II, che lo volle cardinale, e alla morte del quale fu quasi a furor di popolo eletto papa (1073). Impostò subito una politica di ampio respiro, in linea con l'espansione del mondo cristiano che allora si andava profilando, e per questo incoraggiò e sacralizzò la lotta contro gli Arabi nel Mediterraneo concependo anche, in anticipo di vent'anni sui tempi, l'idea di una crociata in Oriente. Condusse con decisione la lotta contro il celibato dei chierici e il commercio di beni spirituali e cariche ecclesiastiche, problemi allora ampiamente diffusi; ma soprattutto, in un'epoca in cui il Papato era sottoposto alla pressante tutela dell'Impero, ne rivendicò non solo l'autonomia, ma la supremazia su qualsiasi altro potere temporale. L'applicazione di questi principi, esposti in una serie di proposizioni denominate Dictatus Papae (1075), lo condusse presto all'aspro conflitto con l'imperatore Enrico IV noto come "lotta delle investiture". Sembrò dapprima prevalere, ma fu ingannato dalla spettacolare quanto strumentale umiliazione di Enrico IV a Canossa (1077), che qualche anno più tardi non esitò ad occupare Roma. Salvato dai Normanni insediati nell'Italia meridionale, si riparò a Salerno, dove morì nel 1085. La sua vasta opera di ricostruzione della chiesa, in parte proseguita dai suoi successori, è passata alla storia come "riforma gregoriana"ovvero il processo di trasformazione interna della Chiesa nel secolo XI e di ripensamento dei suoi rapporti con la componente laica.
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