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Dopo il più famoso McNab, ecco a ruota un altro SAS che ci racconta la sua vita. Nulla di male, s'intende, e non a caso Andy McNab gli scrive la prefazione (...), ma possiamo dire a questo punto che l'aver prestato servizio in questa unità d'elite (anche se per elite si intende qualcosa di ben diverso da ciò che pensiamo noi, specialmente negli anni in cui prestava servizio l'autore) ha forse dato più frutti ora di prima: l'elenco di ex commilitoni che hanno sfruttato l'onda comincia ad essere lungo, anche se non per il lettore questo non sarà un problema. In fondo, sono esperienze di vita curiose e per certi versi umanamente importanti. Il soldato Pete Winner, personaggio simpatico, inusuale, molto sopra le righe ma in fondo umano come tutti, si arruola nell'esercito, prende parte alla famosissima "selezione", che in epoca precedente a quella di McNab era un pochino differente, entra nel celeberrimo SAS e partecipa alla battaglia di Mirbat (nota solo in patria, e nemmeno troppo...), all'assedio dell'ambasciata iraniana a Londra del 1980 (vero manifesto del SAS) e ad altri incarichi speciali qua e là per il mondo: Russia, ex Jugoslavia, Medio Oriente, ecc. Poi si sposa, ha una bambina e cerca di reinserirsi - o inserirsi? - nella società civile. Il tutto con l'intermezzo di un ricovero in una struttura psichiatrica. Si ha l'impressione che questo libro gli sia servito come terapia (e ne aveva davvero bisogno!) oltre che come entrata extra. La morale della storia? Ce la dice lui a chiare lettere: non affannatevi troppo a guardare al futuro. Pensate ad intervalli di quattro o cinque ore. La vita vi sarà più lieve. Chissà: forse è proprio così.
un libro che ti immerge nella vita di questi uomini votati all'estremo...in tutti i sensi!!!
Bello!!! se ami questo genere di letture va via che è una bellezza. Episodi di vita vissuta nel 22° reggimento S.A.S. raccontati con semplicità, ma anche con quel pepe e la giusta dose di curiosità che ti prende leggendo il testo.
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