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Due parti, due autori. La seconda parte è una rassegna della scena musicale alternativa jappo anni '80, appiattita su notazioni di anagrafe dei generi e sottogeneri o gruppi varii: nulla più di un sommario excursus da music magazine, alieno da ogni pur minimo e involontario accenno all'analisi sociologica del fenomeno delle sub-culture giovanili, amenamente puntato qua e là da imbarazzanti scivoloni espressivi dal taglio adolescenziale e dal tono più da fan appena uscito sudaticcio e org-asmatico dal concertone di turno che da esperto di settore. Ah beh, l'apertura di 2-3 capitoli in finto accademismo e respiro così breve da ridursi a singulto che, peraltro, sembrano appunti presi dalla prima parte. La prima parte è già più in linea almeno con le aspettative di discorso esperto create dal titolo.Il discorso è scorrevole, l'analisi critica è veicolata dalle fonti citate: il testo si incentra più precisamente sul "discorso giovani" e non sul "fenomeno giovani" in Giappone. Ergo, la retorizzazione della gioventù come nata e configurata a livello mediatico e di riflessione accademica negli anni '80, a uso e consumo della generazione precedente. In pratica, la tesi di laurea dell'Autore e non credo altro in più e con nulla di aggiuntivo rispetto a un buon lavoro di riassunto e comparazione dei 2-3 autori di livello accademico di cui si presenta l'opinione in tema "gioventù d'oggi e mondo d'oggi", condito da alcune note di ragguaglio culturale per lo straniero non-jappo. Un po' scarno ma, ammettiamolo, 20 anni fa la moda sushilandish era ancora in fasce e un discorso del genere poteva interessare trasversalmente i manga-maniacs culturalmente più evoluti o meno pilotati da impulso prettamente compensativo nonché la generalità dei curiosi dall'intelletto aperto e non mummificato dalla routine. Ora, lo consiglierei come lettura scanning per digiuni di nippo-landia o per interessati alla ricezione della nippo-voga giovanile nostrana nell'ambiente "intellettuale" in Italia.
(commento alla prima edizione (1996), di 202 pagine) La prima metà del libro è ottima, forse solo troppo corta. La seconda ha qualche problema, sparisce (o quasi) l'analisi sociale e dei costumi della prima in favore di una descrizione delle evoluzioni della scena musicale giapponese degli ultimi anni. Solo che purtroppo più che analizzare la musica si cerca di fare una panoramica dei gruppi che vi fanno o hanno fatto parte, riducendosi, in più punti, ad un mero elenco di nomi che non dicono niente se non si conosce già l'argomento. Comunque se si è interessati alla musica questa parte non darà fastidio, anche se i titoli che vengono nominati sono molto poco reperibili e forse si sarebbe potuta approfondire ulteriormente l'ideologia dei gruppi o analizzare più a fondo il contenuto dei dischi di cui si parla. Segnalo una buona bibliografia e discografia. la sola prima parte potrebbe valere 4/5 o forse anche 5/5, la seconda purtroppo non è altrettanto approfondita e questo pesa sul voto. peccato.
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