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Sofisticate banalità, di Alexandro Sabetti, è un saggio sulla società attuale, che in Facebook si rispecchia in tutte le sue sfaccettature. Un'Italia divisa tra apocalittici ed integrati, che già nel 1964 Umberto Eco aveva magistralmente tratteggiato. L'Italia dove slogan, gossip e citazioni dotte si mischiano ad iconografie e simboli cari ad un certo tipo di cultura, passione e rivoluzione, col risultato di un gran calderone , dove il minestrone preparato può saziare gli appetiti di tutti. Ognuno alla ricerca della propria verità, schiacciato da una società alienante, trova nel mondo virtuale quel riconoscimento o senso d'appartenenza che le logiche del capitale e dell'individualismo annientano puntualmente ogni giorno.L'autore si sofferma sulle dinamiche di un eros "fotografico", dove ci si sfida a colpi di link e citazioni per catturare l'attenzione di chi osserva e sulla rievocazione continua di una tradizione "di sinistra", il "comunismo light". Rivoluzionario è bello, perché almeno si crede in qualcosa in un'epoca dove trionfa il cinismo. Ognuno di noi può diventare un novello Forrest Gump che corre senza meta, ma con una schiera di seguaci ammaliati da tanto ardore. La scrittura scorrevole e sarcastica , in cui si esprime l'analisi lucida dell'autore, obbliga il lettore a vedersi allo specchio, nelle proprie contraddizioni, a loro volta collegate a quelle dei tempi attuali. Sofisticate banalità sorride ed analizza, anche se con bonomia, un fenomeno che ci ha fagocitati proprio perché nella vita reale non abbiamo uno spazio che, invece, dovremmo avere, nel bene e nel male. Forse, per attuare una vera rivoluzione, quella tanto gettonata a colpi di link, basterebbe spegnere computer, smartphone e televisione nel mondo per almeno dieci giorni. Forse, allora, succederebbe davvero qualcosa. Nel reale.
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