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Carlo Giacobbe analizza le scelte sbagliate dei palestinesi e cita uno per uno (di molti è stato testimone diretto, essendo il corrispondente dell’Ansa) i momenti nei quali erano arrivati a un passo da cogliere gli obiettivi e se li sono lasciati sfuggire. Nella prima parte il lavoro di Giacobbe è una narrazione storica molto ben documentata e altrettanto ben raccontata, arricchita da un’analisi geopolitica il più possibile distaccata: compaiono uno dopo l’altro i leader del sionismo 'maggioritario': Theodor Herzl, Chaim Weizmann, David Ben-Gurion, Golda Meir, Yitzhak Rabin. E l’autore la conclude con Arringa per la mia terra, un bellissimo testo, scritto oltre 40 anni fa da Herbert Pagani, che è un’appassionata difesa del diritto di Israele ad esistere. Nella seconda parte del libro entra in scena prepotentemente la musica: si succedono biografie contestualizzate degli artisti e alcuni bellissimi testi dei “canti di Israele e dintorni” ai quali accenna il sottotitolo del libro. Giacobbe ne ha scelti 18, che riarmonizzati, riarrangiati e reinterpretati da musicisti professionisti (l’unico interprete non professionista è proprio l’autore del libro) fanno parte del CD allegato al volume. I 18 brani scelti sono un florilegio musicale multilingua: dall'yiddish al giudeo-spagnolo. Sono particolarmente toccanti due canzoni il cui testo è stato scritto da Hirsh Glik: “Zog nit keynmol – Non dire mai” e “Shtil, di nacht – Calma è la notte”. In lingua ebraica spicca il Canto alla Pace intonato, insieme alla folla, da Yitzhak Rabin prima di essere ucciso il 4 novembre 1995 da un ebreo radicale di destra, al termine di una grande manifestazione proprio per la pace a Tel Aviv.
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