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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2009
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Questo libro è stato scritto da Gianni Palagonia, uno pseudonimo utilizzato per ragioni di sicurezza. Ha maturato una notevole esperienza in importanti indagini dirette al contrasto della mafia, della criminalità organizzata, del terrorismo interno. Il libro è diviso in 5 parti. Quella che mi ha lasciato più rabbia e indignazione è stata la quarta intitolata pentiti e pentitismo. Mentre le forze dell'ordine avevano un budget di Lire 42.000 per mangiare, il pentito aveva un budget illimitato. Cito:"Ordinò quello che noi non potevamo, a meno che non pagassimo di tasca nostra. Aveva rapinato, sparato, ammazzato e adesso mangiava. E meglio di noi. Facemmo tutti finta di niente, mentre il pranzo lentamente ci andava di traverso. Ne parlammo ai sindacati, fecero un gran casino. Non cambiò nulla." E ancora: " Il pentito si lamentò con il magistrato del fatto che nella villa (no appartamento ma addirittura una villa) dove era stata sistemata la moglie c'era un po' di umidità in camera da letto, e scoprimmo che solo per l'affitto il pentito riceveva Lire 1.500.000 al mese. Io prendevo Lire 2.100.000 con moglie e 2 figli a carico." L'equazione lo Stato ha bisogno del pentito quanto il pentito dello Stato forse deve essere rivista. Di frasi di sconforto ed impotenza ne è pieno il libro. Tante sono le domande che mi verrebbero da porre, tante sono le cose che forse non si sanno perchè nessuno ce le racconta, e tanti sono gli uomini che ogni giorno rischiano la vita per pedinare questo e quel delinquente che poi, grazie a questa o quella conoscenza rimane impunito. Per non parlare del comportamento di certi magistrati, pubblici ministeri e avvocati. Spero solo che di questi personaggi negativi ce ne siano veramente pochi. Purtroppo di quella squadra pochissimi sono rimasti; gli altri si sono trasferiti al nord
Libro nel quale, pagina dopo pagina, l'autore svela il suo amore incondizionato per il proprio lavoro. Opera nella quale vengono narrate le adrenaliniche e coinvolgenti vicende lavorative, familiari e sentimentali di un uomo come tanti ma di un poliziotto come pochi.
Il miglior libro sulla mafia che abbia letto.Un racconto duro,serrato,un libro utile a comprendere il fenomeno mafioso in tutte le sue sfaccettature,oltre alle dinamiche delle indagini della polizia.La narrazione è davvero coinvolgente,la prosa non sarà quella di un grande scrittore ma il racconto si dipana veloce e indubbiamente Palagonia come "sbirro" ci fornisce una storia raccontata da una prospettiva diversa da quella del solito giornalista.Egli narra fatti vissuti in prima persona,in una realtà tutt'altro che distante,visto che il libro è ambientato nella Sicilia di pochi anni fa.Notevole.
Recensioni
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