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Anno edizione: 2004
Anno edizione: 2018
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Dopo una vita condotta a colpi di esclusione, Laura Maldonada, Clara, sua figlia, e Carlos, suo fratello, si ritrovano convocati da Laura in una camera d’albergo a New York. Clara ormai è una donna silenziosa, ma molto bella eppure la presenza della madre alla quale non è abituata la rende ansiosa, sudaticcia dall’agitazione, a disagio, con la stessa sensazione addosso di essere fuori posto. Con maestria e diabolicità, Laura poggia il suo sguardo su ognuno dei suoi ospiti e a turno tocca le loro corde più intime, dolorose, vergognose con fare volgare e dolcissimo in una pantomima che ogni ospite conosce molto bene ma dalla quale è impossibile difendersi senza uscirne disfatti.Laura non sta mai zitta, non riesce a tacere, non può. È l’unica cosa che ama veramente questo cicaleccio odioso e inquietante. Eppure c’è qualcosa che non dice subito ai suoi ospiti.Qualcosa che una volta detta forse non le consentirà mai più di parlare come prima. Quello starsene per un tempo infinito in questa camera d’albergo rende ogni gesto trasandato disadorno dove ogni cosa è stretta, misera, rotta, logora, sbrindellata: come i muri che si affacciano alla finestra della camera. Ogni gesto dei personaggi è l’unico possibile e si accompagna alle loro uniche parole possibili. Ogni frase è a tal punto precisa e incontrovertibile che obbliga il lettore a rileggerla più volte.Poi accade qualcosa di strano e cioè che alle spalle di quell’apparente unico senso si aggrappa disperata un’eco di significati, rimandi a qualcos’altro. Insomma un gioco di specchi. Il silenzio di Laura è un libro denso e fobico, intellettuale e scanzonato fuori dall’ordinarietà narrativa, ma dentro la quotidianità di rapporti umani che si consumano nel silenzio, nella lontananza e nel caos.
Un angosciante rappresentazione dei malesseri di una famiglia ispano-americana, scritta bene ma che non riesce a prenderti fino in fondo; troppo estremi i rapporti e troppo "americane" le situazioni. Triste e claustrofobico.
Concordo con Chiara 171, l' opera è magistralmente scritta, ma il clima familiare ritratto risulta, dopo aver letto metà libro, decisamente opprimente e claustrofobico, tanto da sentirselo addosso e aver voglia di fuggirne cercando di arrivare al più presto alla fine della storia. Che fosse proprio questo, in realtà, l'intento dell'autrice? Farci entrare dal vivo nella storia? Voto 5 per lo stile e 3 per la trama, quindi 4.
Recensioni
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