Le province commissariate e sequestrate ai feudatari di Re Tancredi Altavilla, tornarono ad essere amministrate dalla Chiesa, che nel salvaguardare l'eredità all'Imperatrice Costanza, riportava il potere alle carceri delle rocche con sede nelle contee. Così rinacque l'amministrazione della giustizia periferica, dipendente da un carcere che ebbe sede in ogni singola contea. Tutte le contee appartennero ad una provincia in costruzione, cioè che si andava formando e quindi dai confini instabili, sottraendo feudi alle province storiche rimaste nelle mani dei sopravvissuti tancredini, ex fedelissimi del nemico Altavilla. Ogni provincia intese raggruppare tutte le terre demaniali strappate al defunto Re Tancredi Altavilla in Giustizierato. Nel caso del Giustizierato della provincia del Ducato Apulia e Principato Capua il giustiziario giustiziere fu il conte Giacomo di Sanseverino, detto dei Tricarici di Caserta, che fece nascere la contea nel luogo che mutò nome in Tricarico, sposando la figlia del deposto Re Tancredi, dei cui beni si era impossessato Enrico Imperatore, che si disse avvelenato dalla moglie Costanza. Tanto è vero che una volta avuto Federico II, restituì il regno al papa e ai Sanseverino. Questo testo a più mani, introdotto dal cav. Francesco Russo e chiuso da Sabato Cuttrera sul periodo svevo, si avvale di uno studio del prof. Rotundo su Ugo e Pagano dei Pagani, a dimostrazione del grande lavoro svolto dai templari in diversi secoli nei luoghi strategici del Regno di Puglia. Il libro si snoda intorno ad una ricerca sulle pergamene del Codice di Malta, in cui si conserva un documento dove si afferma che il feudo di San Martino di Forenza, cioè Forenza prima di Forenza, fu fondato dai templari gerosolomitani ai tempi della prima crociata, quando la zona apparteneva ai Pagani.
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