L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Debussy qui dimostra quanto sia stato non soltanto uno dei più grandi geni della composizione ma anche una persona attenta e cosciente del mondo musicale passato e presente. La sua penna è dotata di acume, la prosa scorrevole e in grado di donare singolari spunti di riflessione.
In un'atmosfera estremamente wagneriana, quella della fine dell Ottocento e del inizio del Novecento, Debussy cerca di trovare una ragione artistica per i musicisti francesi di quei tempi (se stesso incluso). Se dal punto di vista musicale Debussy è riuscito a essere il perfetto anti-wagneriano, dal punto di vista letterario mi sembra meno convincente. Tuttavia la sua sincerità supera il soggettivismo e le contraddizioni deI suI pensierI, rendendolo una lettura accattivante.
Ne " L'oblio", Debussy osserva acutamente che " certi morti sono davvero troppo discreti, e aspettano troppo a lungo la malinconica riparazione della gloria postuma". Così " quel monumento di gloria che fu Bach ci nascone Handel", sebbene nelle sue opere, "più numerose dei granelli di sabbia del mare, vi siano più sassi che perle". In effetti, un confronto diretto tra due qualsiasi delle opere strumentali dei due grandi autori sembrerebbe giustificar pienamente un simile oblio: in Bach, la profondità del pensiero si trasfonde spontaneamente nell'esteriore aspetto della scrittura; Handel, al contrario, sembra voler rivestire di umili panni sia i sassi che le perle. La Ciaccona in sol min. fornosce un esempio lampante di questo paradosso, insieme ad un altro più misterioso: l'ispirato incantesimo che, a partire dalla undicesima variazione, trasfigura la banalità delle prime otto, e le fa esplodere in un volo estatico. Essa sembra prender le mosse da un'emozione infantile, pari a quella generata dal suono di un carillon quando per sbaglio si schiude un vecchio cofano: al posto delle consuete figure retoriche, la voce acuta dà vita ad inflessioni melodiche su di un semplice salto di terza che sono infinitamente patetiche, tali da rendere questo uno dei luoghi più meravigliosamente irrealistici di tutto il barocco,materiati di quella sostanza struggente di cui son fatti i ricordi. Un interrogativo si impone: come abbia potuto una così grande potenza creativa scaturire dai modi ordinari del suo inizio, e in che modo, dopo aver convissuto accanto a comunissime formule, questa musica si sia elevata improvvisamente, mediante un solo passo, al livello della grande arte. In fondo, Claude Debussy, nell'intera parabola della sua opera, non si è chiesto altro, ed ha cercato, mediante la sua personalissima scrittura estatica,di demarcare la linea d'ombra che separa l'ingenuità dal capolavoro.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore