Sibrium
di Alessandro Cuccuru
Al tramonto del medioevo diverrà un importante castello, oggetto delle dispute tra le prime signorie di Milano, ma nell'ottobre del 476 Sibrium è solo uno sperduto avamposto del decaduto impero romano d'Occidente, ai limiti settentrionali della pianura lombarda. Le vicende del comandante della locale guarnigione, Marco Terenzio Ambusto, si intrecciano con quelle dei suoi soldati, delle persone a lui care e di tutti gli abitanti del circondario, che confidano nel valoroso ufficiale, per essere guidati e protetti in un periodo di angosciante incertezza sul futuro. A reclamare un terzo delle terre coltivabili, si attende l'arrivo degli uomini del nuovo padrone d'Italia e nuovo re dei Germani, Odoacre, guidati da suo nipote, Edecon, un barbaro cresciuto come ostaggio alla corte di Costantinopoli. Su tutti incombe la minaccia di altri barbari, i Burgundi, che spinti dalla fame e dalle carestie, oltre che dall'avidità, potrebbero presto affacciarsi al di qua delle Alpi. Uno scenario in apparenza lontano dalle vicissitudini più famose di quel periodo, senza grandi sconvolgimenti o sanguinose battaglie campali, ma non per questo meno ricco di umanità e di pathos. Diplomazia, astuzia e lotta per il potere, si alternano a intrighi e tradimenti, sullo sfondo di amori contrastati, dove la maggior parte dei protagonisti pare del tutto inconsapevole di vivere la fine di un vecchio mondo e la nascita di uno nuovo. )
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