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Bello
A cinquant'anni, Simone Moro si è conquistato l'etichetta di "alpinista del freddo". Alpinista con spedizioni invernali come bagaglio a differenza di tanti grandi alpinisti che hanno, si, scalato gli 8000m, ma in estate, lui sceglie come principale compagno di cordata il freddo: fonte di grandi riflessioni, ispiratore di intense avventure, distributore di pace e sostenitore nei momenti di grande stanchezza, resa, abbandono, fame e sconforto.Dopo aver scalato nel sud America, in Himalaya, Karakorum, Tien Shan, Nanga Parbat, spinto dal più grande sentimento di amicizia che lo tiene legato ad Anatolij Bukreev, Simone stupisce.Con Anatolij al suo fianco, Simone "cresceva" ogni volta, gli insegnamenti scambiati, le energie trasmesse erano la più grande bellezza e forza. Inseparabili. Sino al tragico 25 dicembre 1997... Così viva nei suoi ricordi, la morte di Anatolij sull'Annapurna. Ed è anche grazie a quei ricordi e progetti condivisi che Simone non si ferma compiendo così un'impresa che nessuno si aspetta. E quando tutti lo attendono sull'ennesimo 8000m in invernale, ecco che lascia di stucco scegliendo una destinazione completamente diversa, un luogo nuovo, fuori dalla comfort zone, lontano dai tanti metri d'altezza, ma con un elemento ancor più complesso: il gelo. E che gelo! Con questa spedizione si va nella Siberia orientale, nel luogo abitato più freddo del pianeta, sul Pik Pobeda, dove le temperature arrivano anche a -71,3°.Luoghi severi, con logistica complessa, scarsa di frequentazioni turistiche e alpinistiche, dove l'inglese viene parlato pochissimo, ma ciò che ci si trova difronte è davvero fiabesco. "Un mare bianco".E allora forza, seguiamo Simone nella preparazione di un'attrezzatura ben diversa dal solito, tutta da testare, nelle sue visite alla cittadina di Jakutsk, nelle giornate di allenamento al campo base e durante difficoltà tecniche, fisiche, meteorologiche con pochi e fidati compagni di cordata per essere pronti ad affrontare una simile realtà.
Simone Moro è indiscutibilmente un grande uomo prima che un grande alpinista. E' pure modesto, anche se lo dice lui stesso forse un po' di volte. Non ci si aspetti una cronaca di alpinismo, bene' un viaggio tra la gente di questi posti freddi, freddissimi ma al contempo fascinosi. Le quattro stelle sono per le marche di prodotti tecnici, alimentari, elettronici che vengono a mio avviso nominate troppo spesso e forse inutilmente. Comunque bravo Simone, e Tamara!
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