Una raccolta dalla cruda potenza evocativa che si avvicina alla nota letteratura romantica dei poetes maudits (fra tutti il simbolista Verlaine) e il Dirty realism (realismo sporco) americano. Il tema dell'alcol e quasi connaturato alla scrittura e, molto spesso ne è fonte ispirativa, e il catalizzatore di quella "divina mania" di memoria classica, ma anche distruzione che ripropone l'endiadi Eros e Thanatos così presente in questi frammenti. Una scrittura autobiografica che e anche cifra interpretativa della scelta fotografica: il rifugio nel piccolo mondo rassicurante della macrofotografia (che denota la tensione di controllo del reale) e la rappresentazione negativa di se che si risolve in particolari frammentati ed evanescenti. A differenza di Verlaine, peraltro, il riscatto c'è ed è una conquista quotidiana, non definitiva.)
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