Nella vena di film come La vita è bella e Train de vie, un romanzo ironico e travolgente sui personaggi di un villaggio ebraico miracolosamente scampato agli orrori della Storia. Con questo suo primo romanzo, l’autore newyorkese Max Gross ha vinto il National Jewish Book Award nel 2020. Da decenni lo shtetl ebraico di Kreskol vive in tranquillo isolamento in una selvaggia foresta della Polonia orientale, ignaro delle guerre che sconvolgono il mondo. Un mattino però Pesha Lindauer, una giovane donna reduce da un burrascoso divorzio, scompare senza lasciare traccia. I rabbini e gli abitanti di Kreskol piombano nel panico: da centoundici anni nessuno oltrepassa i boschi che cingono la piccola città – e i pochi che si sono avventurati non hanno più fatto ritorno, forse sbranati dagli animali o tramutati in lupi da qualche strega incontrata lungo il cammino (così dice la leggenda). I rabbini incaricano il giovane Yankel, che alcuni considerano un po’ il tonto del villaggio, di rintracciare la donna. Yankel oltrepassa la fitta barriera delle foreste e arriva nel... mondo di oggi! Città, strade asfaltate, automobili, luci, cinema, supermercati: ogni incontro è occasione di stupore e di avventure esilaranti. Quando poi le autorità polacche si rendono conto di questo strano individuo vestito come cent’anni prima e, alla fine, credono alle sue “storie” sul villaggio dimenticato di Kreskol, le cose si fanno anche più serie... e più comiche. L’incontro inevitabile tra i due mondi produrrà conseguenze incredibili da una parte e dall’altra. )
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