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Nella collana di letteratura straniera Baltimora, proponiamo lo scrittore russo Vsevolod Michajlovič Garšin, pochissimo noto qui in Italia, ma di grande fama in patria tanto che in una prima fase della sua carriera Čechov - oggi un parametro per il valore altrui - venne addirittura considerato un Garšin minore. Garšin fu molto amato dai lettori e dai colleghi scrittori del suo tempo, tra cui L.Tolstoj, che apprezzò in particolare i suoi racconti di guerra, e I.Turgenev, che vide in Garšin il suo erede e si prodigò in suo favore prendendo a cuore anche la sua salute mentale e fisica, sempre sotto allarme. Lo sguardo sulle cose mette insieme il genio di Garšin e quello di Čechov presentando due racconti del primo e uno del secondo. Un modo per staccare l’ombra che quest'ultimo proietta e portarla in un luogo piccolo ma accogliente, in cui possa trovarsi bene e come incarnarsi. Stare in buona compagnia. Il primo racconto Dai ricordi del soldato Ivanov - un racconto autobiografico, che Čechov considerava il più maturo di Garšin, fu scritto mentre lo scrittore era ospite nella tenuta di Turgenev, a Spasskoe, mentre Il fiore rosso, il secondo racconto, è dedicato alla memoria dello stesso Turgenev. Il racconto di Čechov che chiude la triade, Una crisi nervosa, fu pubblicato per la prima volta nel 1889 in un volume in memoria di Garšin e il protagonista è modellato sulla sua personalità e visione del mondo. Questi racconti sono tre ricordi e tre precordi, tre fiori rossi, tre crisi nervose. Sono tre storie i cui destini sono determinati meno dagli eventi e dalle circostanze che dall’azzardo e dalla ripidezza, ogni volta, di un personalissimo, viscerale sguardo sulle cose.
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