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Anno edizione: 2011
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La musica come momento di sospensione della realtà ; la musica come incantesimo che rende possibili sogni e piccoli miracoli (come quello del giovane studente autistico o del pittore improvvisato pervaso dal sacro fuoco dell'ispirazione nel parco di una città), la musica come scintilla che permette di scorgere brandelli di verità al di là dei gesti quotidiani, la musica che dà forma a incubi reconditi e atroci (come quello della donna in una stazione dei treni gelida e innevata). Questa raccolta di racconti brevi (sette come le note dello spartito) si legge in modo scorrevole e risulta tutto sommato piacevole, anche se talvolta si ha una certa impressione di incompiutezza.
Sette racconti, ciascuno della lunghezza prediletta dall’autore (16/20 pagine), formano l’antologia meno borgesiana (aggettivo abusato ma funzionale) fra quelle finora pubblicate da Zivkovic. Sono infatti storie nelle quali lo scrittore serbo rinuncia ai suoi amati paradossi, alla logica in formato di scatole cinesi e alle situazioni che trapassano inavvertitamente dal possibile all’impossibile per privilegiare trame più francamente e tradizionalmente fantastiche. Il titolo suggerisce che la musica ha un ruolo primario nel libro, e così è, sia che si parli di un insegnante che scopre gli effetti straordinari che le esecuzioni musicali hanno su un gruppo di ragazzi autistici o del sogno di una donna che si invera sul monitor di un computer. Niente di entusiasmante. Si ha l’impressione che stavolta Zivkovic abbia sbagliato il tiro. Le idee che reggono i racconti hanno una ispirazione assai modesta e la prosa sembra segnata più dalla povertà che dalla consueta e fin troppo lodata semplicità.
Insolito, eppure così sottile e profondo come sempre, in questa raccolta di brevi racconti Zivkovic a tratti affascina, a tratti atterrisce per la spietata capacità di sondare vette e abissi, antri bui e spazi assolati della psiche umana. Surreale o fedele al vero meno ovvio, poco importa; quel che conta è la capacità di magnetizzare e di lasciare il segno.
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