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Il sermone sulla caduta di Roma
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Il sermone sulla caduta di Roma - Jérôme Ferrari - copertina
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sermone sulla caduta di Roma

Descrizione


Perché un mondo nasca bisogna che ne muoia un altro, solo le cose eterne sono eterne: è l'assioma che sottintende a questo romanzo travolgente in cui si accavallano per tre generazioni le vicende di un'unica famiglia originaria di un paesino della Corsica. Ognuno di noi durante la propria vita crea un mondo fatto di legami, di progetti e di sogni che si cancella con la propria morte. E così Marcel, nato poco dopo la Prima guerra mondiale, passa attraverso la malattia infantile, l'emigrazione sul continente, la Seconda guerra mondiale, il matrimonio, l'esperienza nell'Africa coloniale francese e la vecchiaia componendo un mondo che si esaurisce con lui, non diversamente da quello che accade a Matthieu, il nipote, che due generazioni dopo rivoluziona la vita del paesino corso aprendo un movimentato bar che richiama gente da tutta la regione e dove si svolgono vicende al limite del surreale in un crescendo catartico che porterà, ancora una volta, allo spegnersi del mondo da lui creato. Bisogna credere nei mondi che creiamo? Bisogna illudersi che siano eterni? O seguire l'ammonimento di Agostino, vescovo di Ippona, che risponde allo sgomento dei fedeli per la caduta di Roma a opera dei visigoti dichiarando la vanità delle cose terrene?
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Dettagli

E/O
2013
175 p., Brossura
9788866323013

Valutazioni e recensioni

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Daniele
Recensioni: 5/5

Meritato vincitore del Premio Goncourt 2012, il romanzo dello scrittore di origine corsa è l'esempio migliore di quanto la recente letteratura francese, lasciata alle spalle la stagione del nouveu roman, sia in grado di coniugare un messaggio profondo (in questo caso, vista la formazione dell'autore, di stampo filosofico, sulla rovina e la creazione dei mondi in un'alternanza di vicende e passioni che giocano con il destino degli uomini) e una godibilissima creatività letteraria; notevoli, in questo senso, passaggi fulminanti come la successione di infelici che ne combinano di tutti i colori nell'avviare il bar che risulterà poi centrale nel giocare un ruolo nelle vicende del protagonista Matthieu, o il drammatico (doppio) finale del libro. E attorno al protagonista ruotano come satelliti l'infelice sorella Amélie, vittima di un odio più grande di lei, il nonno Marcel, disilluso nell'aver passato la vita ad inseguire un sogno che tale si è rivelato, fino all'amico del cuore Libero, che raffigura il messaggio che Ferrari ci ha voluto lasciare: quello che noi cerchiamo non siamo in grado di riconoscerlo quando lo abbiamo trovato, e prima di trovarlo non abbiamo idea di ciò che in realtà cerchiamo.

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Massimo Mazza
Recensioni: 2/5

Un pò deludente. Atmosfera cupa con il verbo di Sant'Agostino (sulla cui opera probabilmente il filosofo-scrittore Jerome Ferrari ha realizzato la propria tesi di laurea), incentrato sulla fine del mondo, inevitabile, permea ogni capitolo del romanzo. La trama è tutto sommato banale, tuttavia ben sorretta da una prosa avvincente grazie al suo ritmo ben dosato tra l'affannoso della percezione del dolore morale e fisico e il lineare della cruda realtà dove molto spesso i sentimenti lasciano spazio al materialismo fino a sconfinare nel ribrezzo. Il finale è degno del miglior romanzo noir, ma dal filosofo Ferrari mi aspettavo qualcosa di più.

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Gianfranco
Recensioni: 3/5

Mi ha convinto solo in parte. Le storie che si intrecciano nel romanzo potevano essere, secondo me, maggiormente sviluppate.

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Conosci l'autore

Jérôme Ferrari

1968, Parigi

Jérôme Ferrari è nato nel 1968 a Parigi, è professore di filosofia e consulente pedagogico. Ha insegnato in Algeria, in Corsica e negli Emirati Arabi Uniti. Nel 2012 con Il sermone sulla caduta di Roma (E/O 2013) ha vinto il Premio Goncourt. Tra gli altri suoi titoli ricordiamo: Dove ho lasciato l'anima (Fazi, 2012), Balco Atlantico (E/O 2013), Un dio un animale (E/O 2014), Il principio (E/O 2016) e A sua immagine (E/O, 2020).

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