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Libro veramente molto bello e consigliato per tutti gli appassionati delle sue canzoni
Stupendamente bello...!
(!!!!FERMATEVI A LEGGERLO!!!!Il mio giudizio pùò essere poco obbiettivo se con una breve premessa affermo che Claudio per me non è "un cantautore" bensì "IL CANTAUTORE",sottile differenza sostanziale.Una sorta di dispensatore di emozioni che accompagnano qualsiasi età e qualsiasi stagione della vita. Dal 'basso' dei miei 22 anni ho apprezzato da SEMPRE la GRANDEZZA del suo modo di fare musica,o meglio,di narrare in poesia l'amore e la vita.Tutto ciò ha trovato conferma in questo libro esplicito , figurativo ma soprattutto riflessivo....una riflessione richiamata con parole semplici,che spesso trattano argomenti complessi. Un libro scorrevole e interessante,come è altrettanto interessante l'infanzia e lo stesso percorso che ha portato questo artista alla creazione dei suoi capolavori,con la perfetta sincronia che ogni volta riesce a trovare tra testi e pentagramma. Chi di noi non ha mai pensato(Baglioniani e non), a dove stiamo andando e quale sia il senso del VIAGGIO o se mai sia stata prefisstata una meta difronte ad esso....quale più grande verità di quella che "le storie muoiono quando c'è più paura di perdersi che voglia di tenersi" o ancor di più che "... meglio è amare e perdere che vincere e non amare mai" . DOVE LE PAROLE E LE EMOZIONI TROVANO FORMA ANCHE ''SENZA MUSICA'',qui troviamo L'UOMO DELLA STORIA ACCANTO..:CLAUDIO GRAZIE per tutte le volte che mi hai fatto sognare.!!!!!!!!ILARIA
Recensioni
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Uomo del nostro tempo, musicista di successo, ragazzo agli inizi della carriera, cantautore affermato: dagli scritti autobiografici che Claudio Baglioni ha raccolto in questo volume traspare la figura a tutto tondo di un artista che, non solo attraverso la musica, ma anche attraverso la parola e il racconto, riesce a esprimere sentimenti, intenzioni, pensieri profondi e a raccontare episodi di vita pubblica e privata. Per la prima volta Baglioni parla al suo pubblico senza ricorrere al mezzo a lui più congeniale, la musica. Lo fa con le parole semplici di chi affida al suo diario personale i segreti della sua mente e del suo animo, di chi ama raccontarsi senza gli artifici di una breve canzone, ma ha a disposizione gli spazi più ampi di un libro per approfondire le proprie intuizioni.
La sua carrellata di opinioni, memorie e riflessioni non segue un filo cronologico bensì un ordine tematico. Si parte dai ricordi di vita personale (l'infanzia da "borgataro" a Centocelle, la nascita della passione per la musica, i primi successi, le canzoni più belle), si passa agli appunti sparsi dei molti viaggi (Africa, America Latina, Polonia), si prosegue con il racconto dei progetti musicali e professionali, per poi tornare a parlare del mondo d'oggi, del senso della vita, della guerra e della pace, della povertà e delle diseguaglianze. Con il suo linguaggio familiare e diretto, il musicista romano non si intimorisce di fronte alla necessità di denunciare le prepotenze di «noi razza padrona, una casta maledettamente ignorante e sprecona. Quanto sappiamo poco di ciò che riguarda direttamente la nostra vita. Il nome delle piante e degli alberi.». Si interroga, di fronte al futuro incerto alla vigilia del nuovo millennio, sul destino nel mondo: «più che seguire la chimera di un nuovo mondo, dovremmo lavorare perché l'unico che abbiamo possa essere un nuovo mondo.». Altre pagine intense sono dedicate a un'accorata acclamazione della pace: «Arrendersi all'idea che la guerra sia l'unica soluzione è un insulto. Un insulto all'intelligenza dell'uomo. Così come è inutile e deprimente doversi schierare ogni volta sull'avamposto della pace. La guerra è l'unico gioco che non ha mai vincitori. Siamo tutti vinti. Eppure non ci riesce di smettere di giocare.» La riflessione si nutre di pensieri sparsi, ma la musica è sempre presente: la canzone popolare italiana, la nostalgia degli anni Settanta, il primo giorno alla Scala sono solo alcuni degli argomenti toccati.
Come scrive Giuseppe Cesaro nella prefazione, queste intensissime 200 pagine scritte da Baglioni sono «una conferma per chi ha seguito l'evolversi della sua vicenda personale e artistica; una sorpresa per chi si è fermato in superficie. Per tutti un'importante occasione di riflessione e confronto.»
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