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scheda di Viacava, A., L'Indice 1989, n.10
Wilfred Bion trascorse alcuni mesi a Brasilia (1975) e San Paolo (1978), dove, all'età di ottanta anni, tenne conferenze e seminari e partecipò a tavole rotonde. Dopo la sua morte, la moglie Francesca Bion, che lo accompagn•, raccolse in questo libro gran parte del materiale che era stato registrato, e vi aggiunse alcuni scritti finali. Si tratta di 50 frammenti di seminari clinici, in cui evidentemente sono stati selezionati i momenti chiave della discussione, dove un aspetto in ombra viene illuminato, oppure semplicemente Bion si abbandona con grande libertà ad apparenti divagazioni per poi, dopo essersene allontanato, riprendere il filo di quel momento, di quel rapporto. Bion sembra spingere l'interlocutore, terapeuta spesso in difficoltà, a coltivare la fiducia nella propria capacità di osservazione-autosservazione, di attesa, di sopportare l'incertezza senza perdere di vista la speranza, dimenticando, durante la seduta analitica, teorie, maestri e supervisori, e soprattutto lo zelo nell'applicazione di norme e direttive. Viene alla mente il lavoro pionieristico di Ferenczi, l'intuizione che la terapeuticità del lavoro analitico fosse legata all'accadere non solo verbale della situazione. Bion anni dopo elaborò teoricamente il concetto di "contenimento", funzione svolta dalla madre rispetto al neonato e dall'analista rispetto al paziente, che consiste nella trasformazione del materiale emozionale indigerito e pericoloso in pensiero-parola comprensibile e comunicabile. Questo libro è un'ottima occasione per assistere, almeno nel suo aspetto verbale, allo svolgersi al suo più alto livello di questa funzione di supporto all'altro nello sviluppo della propria capacità di pensare.
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