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Francamente mi aspettavo un "polpettoncino" a base di elucubrazioni sentimentali o poco più. Invece si tratta di un originale intreccio di storie molto delicato, che sta bene in piedi ed in cui qualche spruzzo di surreale non guasta. Non un capolavoro, ma mai noioso e più che leggibile.
Romanzo tipicamente "francese" dove la descrizione degli stati d'animo e i dialoghi somo molto più importanti di una trama rarefatta o inesistente. Per apprezzare questo tipo di letteratura l'autore deve possedere un'ironia che alleggerisca il testo (penso a Jean Echenoz o Christian Oster) o un rapporto con le parole davvero emozionale (penso all'ultimo Olivier Adam dello struggente "il Cuore regolare"). Desarthe, in questa opera, è priva di entrambe; quasi 150 pagine sono troppe e, finito il libro, la prima cosa che si pensa è "ce l'ho fatta"!
Recensioni
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scheda di Schenardi, D. L'Indice del 2000, n. 02
La consueta visita mattutina di Émile, un vicino di casa, scandisce le giornate di Violette, affascinante fanciulla alle prese con una vita da ricomporre, lacerata da due tragici lutti. Ma Violette non è la sola a sentirsi abbandonata. Gabriel, per esempio, brillante allievo del professor Dan Jabrowski, trasferisce sulla sua tesi di dottorato la stessa incompiutezza della sua sfera famigliare, da sempre priva della figura di un padre che lo ha abbandonato prima della nascita. Anche il professor Jabrowski si trova ogni giorno costretto a fare i conti con la solitudine cui presto lo condannerà la malattia dell'amatissima moglie Sonia. Émile poi, amico di Jabrowski, nonché già citato vicino di Violette (e qui il cerchio si chiude), non può cancellare da quella sua esistenza apparentemente spensierata il fantasma di una giovane da lui sedotta e abbandonata per ragioni che ancora oggi gli risultano poco chiare. Di queste vite dolenti e irrisolte si prenderà cura, quasi suo malgrado, Sonia, che ha potuto attraversare la vita nella situazione privilegiata di creatura amata e al tempo stesso capace di un amore che sa capire quando certi segreti non hanno più alcuna importanza. Smorzando la drammaticità delle situazioni descritte grazie a un impianto narrativo costruito sulla costante mescolanza dei punti di vista dei personaggi, Agnès Desarthe, al suo secondo romanzo dopo Quelques minutes de bonheur absolu (non tradotto in Italia), regala al lettore una storia dai toni distesi, capace di suscitare emozioni lievi e pacate.
Daniela Schenardi
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