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Terzo capitolo della saga di Yoshiki Tonogay, Secret rappresenta a mio avviso la più deludente tra le sue opere, confermando la parabola discendente del mangaka. Lo schema è simile a quello dei due capitoli precedenti, ma con delle peculiarità non da poco: un professore convoca i suoi studenti dicendogli che tra loro ci sono tre assassini e che hanno una settimana di tempo per scoprire di chi si tratta, altrimenti andrà alla polizia a denunciarli. Da questo momento, inizia la ricerca del protagonista e dei suoi amici, con un occhio ad uno strano incidente stradale in cui l'autobus dei ragazzi era stato coinvolto poco tempo prima. La trama è ricca di rivelazioni e colpi di scena, i quali tuttavia risultano spesso confusi e poco plausibili. A ciò si aggiunga che, una volta arrivati a questo punto, si iniziano ad intuire i meccanismi che l'autore utilizza, come i "falsi colpevoli" et similia. Ecco, credo che l'incapacità di innovarsi realmente sia il principale difetto che ha colpito il mangaka e - di conseguenza - la sua opera ultima. Il disegno è il solito di Tonogai; non si nota una grande evoluzione rispetto a quando ha cominciato (probabilmente vista anche la brevità dei suoi lavori). Ovvio che la qualità dello stile è questione soggettiva, ma resta il dato oggettivo che i disegni sono a volte troppo spigolosi e nelle situazioni più concitate si fatica a distinguere un personaggio dall'altro. E proprio i personaggi sono un'altra pecca del manga. E' vero che Tonogai ha sempre teso a stereotiparli un po', anche perché il giallo da camera chiusa presta molto il fianco a questo inconveniente, ma qui secondo me raggiungiamo davvero dei livelli patologici, tali per cui alla fine della lettura te ne restano in testa due o tre e molti sanno di già visto.
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