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Seconda persona. Enunciazione e psicoanalisi - Francesco La Mantia - copertina
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Seconda persona. Enunciazione e psicoanalisi - Francesco La Mantia - copertina

Descrizione


Esitare, incespicare sulle proprie parole, riprenderle e ricominciare. Dire una parola per un'altra, interrompersi e tacere, oppure correggersi, riavviare il discorso e bloccarsi all'intoppo successivo. Parlare è faticoso: è colmare lacune che affiorano nell'esercizio quotidiano del gesto verbale. Eppure si parla, anche fluentemente. E parlare è sentirsi parlare: magari «si può non farci attenzione, ma è certo [...] che si ode il suono delle proprie parole». Così affermava Lacan, e con Lacan tutti gli autori che si sono misurati con quest'aspetto dell'attività di linguaggio. Diversi per tradizione e sensibilità, studiosi di enunciazione, psicoanalisti e scienziati cognitivi hanno identificato la presenza di una «funzione muta del linguaggio» nella figura stessa del parlante. Da taluni chiamata «auto-ricezione», da altri «auto-ascolto» o «intesa silenziosa», questa funzione è sincronicamente operante nel gesto verbale. Il libro sostiene che tale sincronia è il rimedio provvisorio che il parlare usa per colmare le proprie lacune: se vi è un margine di ripresa in ciò che manca nel discorso, lo si deve alla funzione muta del linguaggio. E a nient'altro.
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Dettagli

2021
13 gennaio 2021
Libro universitario
233 p., Brossura
9788822905666
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Indice

Premessa. Genesi del libro e questioni di metodo
I. Per una teoria patica dell’enunciazione
II. Un asserto spiazzante: «Il tu non si confonde per nulla con l’allocutore»
III. Il soggetto udente e lo specchio duplice
IV. Semiosi silenziosa e figurazione enunciativa
V. Di madri, infanti e luoghi ibridi
VI. Il desiderio dell’analista: enigma ed enunciazione
Appendice. Sulla genesi del cross-cap
VII. Confini permeabili e organi semio-psichici
VIII. Sul corpo forato
Conclusioni. Sui bordi del silenzio: ascoltare, ascoltarsi
Riferimenti bibliografici
Indice dei nomi

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