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Questo volume collettaneo, originalmente rivolto allo studio sociologico delle giovani generazioni nella storia più recente, prende in esame il ruolo giocato dai giovani nei momenti topici del XX secolo, considerandone la rappresentazione in rapporto ai maggiori mutamenti. Il punto di partenza consiste nell'osservazione secondo cui "il secolo scorso ha introdotto stabilmente nella storia la gioventù" (Magnarelli). Essa è così divenuta un soggetto politico, anche per via della sua ricorrente mitizzazione quale nucleo propulsore della palingenesi sociale in fasi di grande instabilità, come avvenne nel modo più evidente in risposta alla crisi del liberalismo. In generale, nel Novecento, i giovani, in particolare nei decenni successivi a quelli in cui furono strumentalizzati e irreggimentati dal totalitarismo, non hanno mai mancato di far sentire la propria voce nella politica: almeno fino al Sessantotto, a detta di Roberto Balzani. E hanno sempre cercato di trasformare i costumi della società. Tra scouts, Wandervogel, balilla, Teddy boys, beat generation, sessansottardi, hi-tech, rock e punk, fanatici degli sms, l'intera loro evoluzione nel secolo trascorso viene qui sondata con efficacia su scala globale, con l'ausilio fra l'altro d'un inserto iconografico di gran pregio. L'opera risulta quindi, nell'insieme, esaustiva e di alto livello. Questo sebbene manchino un'analisi approfondita del Movimento di Porto Alegre, un indice dei nomi e una sufficiente cura tipografica per l'accentazione dei termini stranieri in nota (si vede inoltre, a p. 69, un "Dreyfuss", per di più con "affaire" passato per maschile).
Daniele Rocca
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