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scheda di Rancati, F., L'Indice 1994, n. 3
Ghassan Kanafani, palestinese, morì in un attentato a Beirut nel 1972. Aveva trentasei anni ed era uno scrittore ormai celebre nel mondo arabo. Il suo libro più noto è "Uomini sotto il sole", piccolo gioiello di intensa drammaticità e bellezza (in italiano edito da Sellerio con una prefazione di Vincenzo Consolo) da cui fu tratto anche un grande film, "Gli ingannati" dell'egiziano Tawfiq Salih. Questo breve romanzo, come i successivi, narra la tragedia di un popolo, la sua identità lacerata e i bisogni della sopravvivenza, espressi con sofferta lucidità lontana dall'invettiva, pur essendo l'autore un attivo militante. Kanafani ha assunto col tempo un rilievo da piccolo classico. Purtroppo la sua opera è conosciuta dal lettore italiano solo in frammenti, per di più sparsi e difficilmente reperibili. "Se tu fossi un cavallo" è un insieme di brevi racconti tratti da una raccolta pubblicata nel 1960, dal significativo titolo "Il mondo che non è nostro". Sono vicende tenui, ma di racchiusa tensione emotiva. 'Abd al-Rahman per un incidente è destinato a vedere per sempre solo metà del mondo. La vecchia madre cerca di vivere indirettamente un'esperienza a lei impedita, quella di assistere al matrimonio di un'amica della figlia lontana, ma giunge in ritardo. L'uccellino di Hassan deve adattarsi a gabbie diverse, non ci riesce e muore. Esiste in quasi tutti i racconti una corrispondenza uomo-animale che rafforza i contenuti simbolici, evidenti ma non prevaricanti. La scrittura ha un esisto felice per classica compostezza, in cui malinconia e dramma emergono naturali attraverso il fluire della narrazione. Gli elementi fantastici, che l'autore preferisce al crudo realismo, danno senso compiuto alla metafora, quasi sempre legata a un pessimismo che deriva dall'impossibilità di cambiare una condizione, quella del popolo palestinese, di cui non si intravvedeva, allora e per molto tempo, la fine.
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