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Anno edizione: 2000
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Questo libro è spesso dimenticato fra quelli scritti da Orana Fallaci, invece, assieme a "Quel giorno sulla luna" (posteriore e di impostazione differente ma che comunque lo completa") viene considerato fra gli appassionati di astronautica un best seller per il ritratto sincero, anche se a volte perfino troppo schietto, degli astronauti del periodo Apollo (l'ultimo grande sogno dell'America degli anni 60-70)che vengono presentati per quello che sono, ovvero uomini, non supereroi o altro, che fanno il loro lavoro con lucidità o freddezza ma che riescono anche a scherzare e a non perdere la loro umanità. Il libro si divide in due parti, nella prima assistiamo al brusco contatto shockante della ragazza italiana (degli anni 60, per noi ancora vicini al dopoguerra) con l'America "ubriaca" di tecnologia e di futuro, nella seconda Oriana ci conduce, orma "integrata" nel grande sogno in un viaggio entusiasta verso quel futuro che, anche se non si è ancora realizzato come speravano Von Braun ed altri, un po' alla volta è entrato nella nostra vita con i benefici tecnologici (ed anche umani, tipo la consapevolezza del valore del nostro pianeta), che oggi ci accompagnano. L'unica pecca dell'autrice (a mio parere) soprattutto nella prima parte è il dilungarsi spesso fra ricordi e considerazioni personali che fanno un po' perdere il filo del discorso. Resta comunque un ottimo libro per chi vuole scoprire uno dei periodi fondamentali dell'astronautica ed un' ottima indagine sugli uomini che costruirono quel grande sogno. Consiglierei a chi interessa l'argomento di leggere anche "Polvere di Luna" di Andrew Smith, autore inglese che negli anni recenti compie una vera e propria indagine sugli uomini ch hanno calcato il suolo lunare per vedere come l'avventura ha condizionato la loro vita negli anni successivi.
Ho appena finito di rileggere questo capolavoro. 15 anni fa da ragazzetta ero rimasta folgorata dalla genialità di questa grandissima scrittrice, e SE IL SOLE MUORE mi è rimasto nel cuore più di ogni altro, perchè è reale nell'irreale, è gioioso nella tristezza dei personaggi, dopo 15 anni ho deciso di rileggerlo e tutte le emozioni provate allora le ho provate ancora una volta. Ho trovato in queste pagine la più bella descrizione del mare che abbia mai letto, la sensazione di essere con i piedi nell'acqua e invece ero seduta in poltrona. MERAVIGLIOSO!!!!
Intanto,bisogna dire che, anche questo libro e' dedicato ad un uomo. Un altro grande eroe. Il mitico personaggio di Giustizia e Liberta'.Anche lui torturato durante il fascismo piu' nero. Anche lui ridotto ad una maschera di sangue dal suo Teofilojanakos in una cella dell' Esa . Solo che si chiamava Carita'e la cella era a Villa Triste. Il viaggio e' solo un pretesto. Il mondo degli astronauti , sia pure analizzato con dettagli precisi, e' solo uno strumento di ricerca. Infatti i rimandi alla guerra sono tanti. Sono continui e legano con cura il filo della memoria che l' autrice persegue. Incessante. Instancabile . Precisa. E' un bel libro proprio perche' e' pieno di libri. IL libro di Oriana poco piu' che adolescente che con il nome di battaglia di Emilia combatte anche lei la sua guerra partigiana. Il libro di Oriana alla fine della guerra che si innamora di Richard il soldato inglese che verra' ucciso nel tentativo di superare il confine. Il libro della donna libera ed emancipata che trova la sua dimensione in un luogo che , il suo mito dell' America , ha riscoperto e amato fino al punto da eleggerlo come propria dimora. Il libro della ricercatrice che ricostruisce il viaggio sulla luna e, ne incontra i protagonisti . E facendolo ce li fa amare. A volte odiare. Infine , e' il libro della memoria, del ricordo, del rimpianto. Alcuni lo considerano un lavoro minore. Non e' vero. E' solo che , l' epica dell' argomento , del pretesto e dell' ambientazione , in rapporto al registro intimo del racconto , lo fa sembrare pretenzioso. E' tutto qui'. E' come un grande affresco che, per essere visto e amato bisogna guardarlo da lontano, senza perdere il senso dell' insieme. Solo cosi , si porta' percepire la sua grandezza che, non e' nelle dimensioni. Non e' nei panorami sconfinati del Texas che descrive , non e' nei grandi scienziati che interroga . No. E' dentro ciascuno di noi. E, in chi voglia ascoltare il grido di dolore di chi ha il coraggio di guardarsi dentro.E trovarsi. Provaci.
Recensioni
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