Donne che scrivono di donne per colmare, poco per volta, quel grande vuoto lasciato da una storia scritta da uomini. Le donne con il loro lavoro, la loro voce, il loro sguardo, le loro parole arricchiscono la memoria, aprendo uno scenario sulla quotidianità di cui sono protagoniste. Normanna Albertini ci fa entrare nel suo mondo raccontandoci della sua famiglia vissuta in un contesto sociale rappresentato da una marcata divisione in classi. È la vita di donne e uomini segnata dal fascismo, la guerra e la Resistenza. Lo scenario si allarga attraverso l’esperienza di giovani donne, costrette a emigrare in città dove venivano brutalmente sfruttate. Proprio lo sfruttamento le porterà a ribellarsi e a scoprire la lotta di classe. Nei risvolti della guerra e della povertà si scoprono ancora una volta vittime privilegiate le donne soprattutto se i loro problemi le escludono dalla «normalità» e finiscono per essere seppellite vive nei manicomi, che solo la forza di un medico come Basaglia riuscirà a chiudere. Anche se le sue idee non sono state seguite fino in fondo. Anzi. Ma la causa di tutti i mali per la donna è la sua sessualità su cui i maschi vogliono avere il pieno controllo.)
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