In queste pagine il lettore scoprirà un sorprendente filosofo civile che ha guardato con occhio acuto, talora scanzonato e apparentemente ironico, la crisi dell'Italia di provincia, di una classe politica che si spaccia per grande esperta e spesso è solo alla disperata ricerca di un posto al sole. Attraverso una riflessione sempre piú amara e tagliente, Carlo Levi delinea cosí i deficit culturali di un paese che si crede moderno e che, invece, mostra tutte le proprie inadeguatezze.
Un «diario» lucido dell'alienazione collettiva elaborato nell'inverno piú buio del Novecento, quando la parola Europa significava «nuovo ordine europeo», e che, scandito al ritmo dell'espansione del nazismo su tutto il continente, ha la stessa forza argomentativa e comunicativa delle pagine che negli stessi anni vengono scritte dai piú lucidi esponenti dell'opposizione ai totalitarismi.