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Anno edizione: 2022
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Sottomissione e asservimento politico o liberta’? Dalla rappresentazione sovrumana del divino e del bello nell’arte classica si passa a un’arte in cui l’uomo ritrova se stesso e il suo essere nel mondo, dove non si e’ davanti a lei come sudditi e schiavi ma come autentici fruitori del proprio essere. L’ arte fino al secolo diciottesimo non e’ che un riferirsi al classico e solo dall’800 in poi si elevera’ allo stadio di arte umanizzata e non piu’ legata a tematiche teologiche. L’arte di un tempo manifestava il il diritto divino, essa e’ morta per dare spazio a un’arte che mostra le lacerazioni del mondo e dell’anima dell’uomo contemporaneo occidentale.
In Verità e metodo, l'opera con cui nel 1960 l'ermeneutica di Hans-Georg Gadamer si impose come una delle grandi direttrici del pensiero filosofico contemporaneo, la questione estetica è tanto cruciale quanto problematica. Da un lato, infatti, la riflessione sull'universalità e insieme sulla storicità del comprendere prendeva le mosse, in quella sede, da un'«ontologia dell'opera d'arte», ossia da un'indagine sul modo d'essere di certi testi in cui ne va esemplarmente e della comprensione e del suo accadere storico. Dall'altro, tuttavia, questa stessa esemplarità - sul cui sfondo soltanto si può persuasivamente sostenere che «l'estetica deve risolversi nell'ermeneutica» sembrava a Gadamer offuscata o deviata dall'esperienza moderna dell'estetico, che a partire dalla svolta critica kantiana avrebbe convertito in una fondazione della soggettività comprendente ciò che fin dall'antichità era stato esperito come una forma eminente del tramandamento di contenuti culturali, o insomma come il costituirsi oggettivo dei sensi a cui il soggetto storico è già sempre assegnato. Ne derivava un progetto non privo di difficoltà e non immune da qualche fraintendimento: per restituire all'esperienza dell'opera d'arte il requisito dell'esemplarità, infatti, Gadamer era costretto a comprimere l'estetica di Kant nello schema di una filosofia del gusto e del genio facendola responsabile del fenomeno moderno della «coscienza estetica». Con una doppia perdita: da un lato, in termini più generali, la perdita della feconda interlocuzione che l'ermeneutica avrebbe potuto attivare con la filosofia critica in quanto entrambe interessate al fenomeno della comprensione. Dall'altro, in termini più specifici, la perdita di quegli aspetti della riflessione kantiana sull'opera d'arte che, ad evidenza irriducibili al concetto della «coscienza estetica», avrebbero potuto corroborare e precisare il medesimo progetto gadameriano di una «risoluzione dell'estetica nell'ermeneutica». Questa premessa è indispensabile per
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